Page 59 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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L’aLba, La crisi e L’affermazione internazionaLe deLLa regia marina 59
La rinascita forse risponde a quanto ripor-
tato dalla voce dell’Ammiraglio Napoleone
Canevaro che nella seconda decade del ‘900
disse “..non s’improvvisano grandi flotte se i
governi delle nazioni che le preparano non
educano i marinai alla conoscenza perfetta
delle navi e degli arnesi e delle armi, se non
si stabilisce una disciplina di ferro che porti
con sé l’affratellamento di tutti, disciplina
che deve essere principalmente basata
sull’esempio dei capi, sullo spirito di sacrifi-
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cio, sul cosciente disprezzo del pericolo” .
Era quindi sugli uomini che si doveva lavo-
rare, soprattutto creando le premesse per
equipaggi che rispondessero ai punti citati
dal Canevaro.
Gli anni dal 1866 al 1870 furono di con-
seguenza oltremodo difficili: nonostante la
lungimiranza di personaggi come Augusto benedetto brin
Riboty e Ferdinando Acton, che impostarono
programmi di potenziamento e ristrutturazione – è del 1868, ad esempio, il
Decreto con cui le due Scuole di Marina di Genova e Napoli, pur permanen-
do nelle proprie sedi, furono accorpate in un unico Istituto, prodromo della
fondazione dell’Accademia Navale a Livorno, che vedrà la luce nel 1881 –
idonei, almeno nelle intenzioni, a rendere la Marina capace di dare il neces-
sario apporto alle ambizioni politiche italiane, vi fu un momento in cui, a
causa della rigida “politica della lesina” messa in atto per ripianare il deficit
di bilancio statale, la sopravvivenza stessa della Marina fu messa in discus-
sione. Se ciò non avvenne fu solo perché il Governo dell’epoca fu, suo mal-
grado, costretto a ricorrere in maniera significativa alle Forze Armate (e,
quindi, a finanziarle di conseguenza) per far fronte ai tumulti e ai moti rivo-
luzionari che si erano verificati fin dalla fine del 1869 nel Mezzogiorno d’Ita-
lia. In particolare si ritenne necessario riarmare una forza navale che potesse
concorrere con l’Esercito a mantenere l’ordine pubblico.
Nell’analizzare la Marina del periodo non si possono trascurare gli effetti
28 Gabriele Mariano op. cit. pag. 73