Page 60 - Il Risorgimento e l'Europa - Attori e protagonisti dell’Unità d’Italia nel 150° anniversario - Atti 9-10 novembre 2010
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            benefici che le campagne navali al di fuori del Mediterraneo ebbero sulla
            crescita della professionalità degli uomini della Marina e sul ruolo dell’Italia
            nel contesto internazionale. La presenza di navi italiane in Estremo Oriente e
            in Sudamerica in sostegno al commercio, alla ricerca di possibili colonie per
            il nuovo stato, è giustificata in relazione all’appoggio del ruolo internaziona-
            le spesso in contrasto all’Austria o la Francia. Ben 10 furono le campagne
            sino al 1883 di cui 7 circumnavigazioni del globo.

               Nell’agosto 1870, poi, la guerra franco-prussiana costrinse la Francia a
            ritirare le proprie truppe da Civitavecchia, ove erano di stanza a protezione
            del Papa, e tale circostanza spinse il Governo italiano a rompere gli indugi e
            muovere per conquistare Roma, cosa che avvenne il successivo mese di set-
            tembre. Con l’annessione di Roma e la sua proclamazione a Capitale d’Italia
            terminava la prima fase dell’unificazione dell’Italia e, dal punto di vista della
            Marina, tale fatto comportò anche una mutata e più vantaggiosa situazione
            geostrategica, essendo stata rescissa la lunga testa di ponte costituita nella
            frontiera marittima sul Tirreno dalla costa laziale che, attraverso il porto di
            Civitavecchia,  aveva da secoli consentito alle  truppe straniere di giungere
            rapidamente e direttamente sin nel cuore dell’Italia.
               La conquista di Roma, però, e l’aspra polemica  che ne seguì con una
            Chiesa privata  del suo potere temporale, portò all’isolamento politico-diplo-
            matico  dell’Italia soprattutto nei confronti delle  grandi potenze  cattoliche
            gravitanti nell’area mediterranea (Francia, Spagna e Austria). La conseguen-
            za fu un temporaneo affievolimento della lotta politica interna – come aveva
            auspicato lo stesso Vittorio Emanuele II nel proprio discorso della Corona
            all’inaugurazione  del  Parlamento,  il  5 novembre  1871 – e  l’accelerazione
            della politica di rigore economico volta al ripianamento del bilancio statale.
               Nonostante ciò la Marina, al pari di altre infrastrutture – Esercito, strade,
            scuole, ferrovie – giudicate “necessarie” per assolvere i compiti dello Stato,
            iniziò in questo difficile periodo il proprio risorgimento morale e materiale.
            Ciò, per dirla con quanto pubblicato in quegli anni sulle pagine della “Rivista
            Marittima”, per dotare l’Italia di una forte Marina “degna di un Paese desti-
            nato ad un grande avvenire e capace di assicurarne la vita, per tanta parte
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            legata al commercio oltremare ”.
               Nel decennio 1870-1880 profondi cambiamenti interessarono la Marina:




            29   Micali Baratelli  op. cit. pag. 151.
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