Page 39 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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Trattato. 6) Le autorità militari statuniten-
si hanno ritenuto che “in termini di guerra
terrestre in Europa Occidentale, l’Italia è
strategicamente importante. in termini di
guerra marittima, non vi è questione circa
la sua potenzialità strategica, critica, ri-
spetto al controllo del Mediterraneo” … .
7) La Francia considera l’Italia vitale alla
propria difesa e le autorità militari dei due
Paesi sono periodicamente impegnate in
colloqui sui rispettivi quadri».
Il punto 6) proseguiva poi così: «è di
grande importanza negare al nemico di
usare l’italia come una base per il control-
lo marittimo e aereo del mediterraneo cen-
trale, nonché di negare al nemico l’uso del
complesso industriale e della manodopera Dean Acheson
italiana». Una considerazione molto simi-
le aveva fatto alla fine del 1948 il britannico Generale Sir William Morgan: «Il
problema è individuare il modo migliore e più economico al fine di incoraggiare
l’Italia a negare al nemico il proprio territorio», una frase che riecheggiava sini-
stramente l’articolo due dell’armistizio di Cassibile del 3 settembre 1943 («L’Ita-
lia farà ogni sforzo per negare ai tedeschi tutto ciò che potrebbe essere adoperato
contro le Nazioni Unite»), espressione di una concezione politico-strategica che
generò una campagna d’Italia disastrosa. Giustamente è stato quindi osservato che
nel primo dopoguerra «da un punto di vista militare, la percezione comune dell’I-
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talia era quella di teatro strategico, non attore in ambito strategico» .
Chi seguisse il filo delle illusioni dell’antifascismo, potrebbe senz’altro pen-
sare che il cambio di campo dell’Italia nel 1943 figurasse tra le ragioni a favore.
Nient’affatto. L’unico riferimento era contenuto invece nel punto 6 degli argo-
menti contrari: «Nelle due guerre mondiali, l’Italia ha mostrato di essere un alle-
ato inefficace e infido, avendo cambiato bandiera in entrambe le guerre». Ai fini
dell’ammissione ad un’alleanza che aveva lo scopo conclamato dai membri di
«salvaguardare la libertà dei loro popoli, il loro comune retaggio e la loro civiltà,
fondati sui principi della democrazia, sulle libertà individuali e sulla preminenza
35 L. Sebesta, Politica di sicurezza italiana e innovazioni strategiche nell’Europa degli anni
cinquanta, in E. Di Nolfo-R. H. Rainero-B. Vigezzi (a cura di), l’italia e la politica di
potenza in Europa (1950-60), Milano, 1992, p. 674. Sull’importanza del territorio italiano
come sede di basi navali ed aeree, cfr. il rapporto della Central Intelligence Agency (CiA)
dell’aprile 1948 in A. Brogi, L’Italia e l’egemonia americana nel Mediterraneo, Firenze,
1996, p. 47.