Page 37 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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nel patto atlantico». Il trattato di pace del 1947, con le clausole militari, riduceva
il potenziale contributo alla difesa comune. inoltre il governo di Roma cercò di
“negoziare” la sua adesione all’alleanza occidentale, per ottenere la revisione di
tali clausole militari, attirandosi così accuse di ricatto soprattutto dagli inglesi. Le
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vicende dell’ammissione dell’italia come membro originario del Patto Atlantico
sono state diffusamente ricostruite e, anche per questo, non è opportuno riassu-
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merle diffusamente qui .
Diversamente che in altri Paesi, i militari non giocarono in Italia un ruolo di
primo piano nella decisione di aderire all’alleanza atlantica. Ciò dipese sia dalla
mancanza nel nostro Paese di organi istituzionali che riunissero politici, diploma-
tici e militari elaborare le scelte di politica estera e di difesa, sia dalla crisi di pre-
stigio della classe militare a seguito della sconfitta. Un intervento degno di nota
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fu il memorandum del 30 luglio 1948 del Capo di Stato Maggiore della Difesa,
Generale Claudio Trezzani, con il quale, nell’incertezza sulla reale efficacia del
futuro patto atlantico per la difesa dell’integrità territoriale dell’Italia, si invitava
ad esplorare la possibilità di una neutralità armata, sostenuta da forniture milita-
ri americane. Nel negoziato con gli americani ebbe una certa importanza ai fini
del chiarimento delle rispettive posizioni la missione a Washington nel dicembre
1948 del Capo di Stato Maggiore dell’Esercito Generale Luigi Efisio Marras, che
appunto appurò definitivamente che gli americani non erano disponibili ad accor-
di militari con l’Italia al di fuori della costituenda cornice atlantica. In precedenza,
in ottobre, a Parigi, il Capo di Stato Maggiore della Marina, Ammiraglio Franco
Maugeri, aveva incontrato il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito francese Gene-
rale Georges Revers, su invito di quest’ultimo, che, oltre a parlargli della coope-
razione militare franco-italiana, gli sottolineò i vantaggi per l’Italia dell’adesione
all’alleanza atlantica. Di tale incontro, si discusse in una riunione tra il Presidente
30 Sembra più preciso definire l’Italia membro “originario” che “fondatore”, poiché in
nostro Paese non partecipò ai negoziati fondativi dell’Alleanza, il cui testo, già definito,
in particolare da Canada, Stati Uniti e i cinque Stati aderenti al Patto di Bruxelles (Belgio,
Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Regno Unito) poté solo accettare.
31 Anche perché vi è una specifica relazione del Prof. Matteo Pizzigallo. Cfr. O. Barié, Gli
Stati Uniti, l’Unione Occidentale e l’inserimento dell’Italia nell’Alleanza Atlantica”, in Id.
(a cura di), L’alleanza occidentale. Nascita e sviluppi di un sistema di sicurezza collettivo,
Bologna, 1988, pp. 115-207; Id., The Final Stage of Negotiations: December 1948 to April
1949, in E. Di Nolfo (ed.), The Atlantic Pact Forty Years Later. A Historical Reappraisal,
Berlin-New York, 991, pp. 41-57; A. Varsori, The First Stage of Negotiations: December
1947 to June 1948, ibi, pp. 19-40; Id., La scelta occidentale dell’Italia (1948-1949), in
Storia delle relazioni internazionali, a. I (1985), n. 1, pp. 95-160 e n. 2, pp. 303-368; P.
Pastorelli, l’adesione dell’ italia al Patto atlantico, in Storia Contemporanea, a. XIV
(1983), n. 6, pp. 1015-1030.
32 Cfr. il testo del memorandum in L. Nuti, L’Esercito Italiano nel secondo dopoguerra 1945-
1950. La sua ricostruzione e l’assistenza militare alleata, Roma, 1989, doc. 18, pp. 384-86.