Page 35 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             spalancate, mai le nostre possibilità di dife-
             sa così limitate».
                Tuttavia si possono rilevare tre fatti. il
             primo è che ci si stava avviando verso un
             sistema  internazionale  nel  quale  i  singoli
             Paesi, fossero pure Grandi Potenze o tan-
             to più se ex Grandi Potenze, non sarebbero
             comunque più stati in grado di garantire da
             soli la loro sicurezza ed indipendenza, ma
             avrebbero potuto farlo solo grazie ad un ac-
             cordo con una delle due Superpotenze, le
             uniche in grado di difendere se stesse ed
             i loro alleati. Naturalmente gli stati Uniti
             avrebbero potuto garantire sicurezza in un
             regime liberamente scelto, l’URSS avreb-
             be imposto sudditanza e soppressione della
             libertà.
                In secondo luogo, nelle condizioni in cui versava l’Italia, le pur severe con-
             dizioni militari del Trattato di Pace più che un limite indicavano, per Esercito e
             Aeronautica, un livello di forze arduo da raggiungere: «Il massimo concesso dagli
             alleati – aveva dichiarato il capo di Stato Maggiore del Regio Esercito Raffaele
             Cadorna nella seduta del Consiglio di Difesa del 25 agosto 1945 – lo raggiungere-
             mo se le finanze lo consentiranno» . Diverso il caso della Marina, che disponeva
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             ancora di navi in misura largamente superiore a quella autorizzata dal Trattato di
             Pace, per cui furono cedute o demolite 104 unità per complessive 181.014 tonnel-
             late. Infatti, nel discorso radiofonico del 15 settembre 1947, in occasione dell’en-
             trata in vigore del trattato di pace dopo il deposito delle ratifiche, De Gasperi
             dedicò un cenno solo alla marina.
                Infine va rilevato che il panorama politico della nuova Italia repubblicana era
             largamente dominato da tendenze internazionaliste e pacifiste, espresse, in ma-
             niera sincera o strumentale, dai partiti (Democrazia Cristiana, Partito Comunista,
             Partito Socialista) che contavano quasi l’80% dei seggi all’Assemblea Costituen-
             te. Tale impostazione ebbe il suo momento culminante nel primo comma dell’art.
             11 della Costituzione repubblicana: «L’italia ripudia la guerra come strumento di
             offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie
             internazionali», formula assai simile a quella di uno dei più curiosi documenti
             della storia diplomatica, quel trattato Briand-Kellogg che nel 1928 aveva messo
             “fuorilegge” la guerra. Le clausole militari limitative non erano certo in cima ai


             26  R. Cadorna, la riscossa, II ed., Milano, 1976, pp. 66 e 69; M. Brignoli, Raffaele Cadorna
                1889-1973, Roma, 1981, 144-46.
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