Page 45 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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             I Ministri della Difesa. 1945-1955

             aldo a. Mola    1



             Un cometa di Ministri della Guerra
             nel vortice tra guerra e trattato di pace…
                  ra il 25 luglio 1943 e il 2 luglio 1955 si susseguirono in Italia quattro capi
             T di Stato (Vittorio Emanuele III e Umberto II, re dal 9 maggio al 13 giugno
             1946; Enrico De Nicola, capo provvisorio dello Stato, monarchico e liberale, e
             Luigi Einaudi, primo presidente eletto a norma della Costituzione, parimenti mo-

             narchico e liberale) e diciassette governi (1). Per l’articolo 5 dello Statuto del
             regno d’Italia il sovrano, capo supremo dello Stato, “comanda(va) alle forze di
             terra e di mare; dichiara(va) la guerra, fa(ceva) i trattati di pace…”. Per la Costitu-
             zione della repubblica il presidente “è il Capo dello Stato (…) ha il comando delle
             forze armate, presiede il consiglio supremo di difesa costituito secondo la legge,
             dichiara lo stato di guerra deliberato dalle Camere”. Esiste dunque una continuità
             tra l’Italia dell’età monarchica e quella della repubblica per lo speciale rapporto
             configurato sia dallo Statuto albertino del 4 marzo 1848 sia dalla carta repubblica-
             na in vigore dal 1° gennaio 1948 tra il capo dello Stato e le forze armate: un nesso
             diretto, al di sopra di quello tra il capo dello Stato e il governo, comprendente il
             ministro della Guerra o, come venne denominato dal 4 febbraio 1947, della Difesa
             con la unificazione dei ministeri della Guerra, della Marina e dell’Aeronautica  in
             un unico dicastero.
                In tale cornice va collocata la sequenza dei governi, dei Ministri della Guerra
             (poi Difesa) e dei Sottosegretari. Dei diciassette governi susseguitisi in un dodi-
             cennio, due (o tre, se si distingue, correttamente, il ministero insediato il 25 luglio
             da quello dell’11 febbraio 1944) furono presieduti dal Maresciallo d’Italia Pietro
             Badoglio (1943-44), due dall’ex deputato Ivanoe Bonomi, già socialista riformi-
             sta, poi democratico, nel 1921 eletto nelle file del Blocco nazionale comprendente
             il “ras” del Partito nazionale fascista a Cremona, Roberto Farinacci, presidente del
             Consiglio nel 1921-22, presidente del Comitato Centrale di Liberazione Naziona-
             le dall’ottobre 1943; uno da Ferruccio Parri, professore di lettere, impiegato alla
             Banca Commerciale Italiana, già comandante delle Brigate partigiane “Giustizia
             e Libertà” nella guerra di liberazione; nove da Alcide De Gasperi, segretario della
             Democrazia Cristiana; uno da Giuseppe Pella, esperto di questioni economiche;


             1  Già  docente  a  contratto  all’Università  Statale  di  Milano,  Direttore  del  Centro  Europeo
                “Giovanni  Giolitti”  per  lo  Studio  dello  Stato  (Dronero),  condierettorte  editoriale  de  il
                Parlamento Italiano: 1861-1891, collaboratore dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore
                dell’Esercito.
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