Page 52 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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52 L’ItaLIa 1945-1955, La rIcostruzIone deL Paese e Le Forze armate
quale antidoto contro il bolscevismo. Votò
a favore del governo mussolini (novembre
1922), promosse a Milano l’alleanza laica
contro socialisti e popolari (dicembre 1922)
e nel 1924 accettò la candidatura nella Lista
del Partito nazionale fascista (come Enrico
De Nicola e altri liberali, democratici e po-
polari) e fu rieletto vicepresidente della Ca-
mera. All’opposizione dopo l’assassinio del
socialista Giacomo Matteotti, rifiutò la pre-
sidenza della Camera, offertagli da Musso-
lini e, dopo aver osteggiato in Aula le prime
leggi fascistissime, il 14 dicembre 1926 si
dimise da deputato e alternò la professione
con la scrittura di modesti romanzi storici
Commissario dell’Associazione Na-
zionale Combattenti dall’11 agosto 1943,
Luigi Gasparotto all’annuncio della resa tentò di organizzare
la resistenza a Milano, ma dovette riparare
in Svizzera per sottrarsi all’arresto. Rientrato a Roma su sollecitazione di Bonomi,
promosse il Partito Democratico del Lavoro. Fu poi ministro dell’Aeronautica
nel secondo governo Bonomi. Eletto nel collegio unico nazionale per l’Unione
democratica nazionale (liberali, seguaci di Nitti e demolaburisti), dal 4 febbraio
al 19 maggio 1947 fu ministro della Difesa nel III governo De Gasperi, come
“indipendente”. Ricalcando i progetti del 1921 propose di sostituire la coscrizio-
ne obbligatoria con un esercito di volontari, Il suo ideale era risultato antistorico
all’indomani della Grande Guerra, durante la quale erano stati mobilitati sei mi-
lioni di cittadini, e al cui termine anche in Italia (meno però che altrove) i partiti
avevano proprie milizie armate e negli altri stati nessuno disarmava. Lo fu ancor
più all’indomani del groviglio di guerre che aveva imperversato nel 1943-45, del
cambio istituzionale, in presenza di un diffuso ribellismo e quando si sapeva bene
che molte formazioni partigiane avevano nascosto armi a vari livelli di segretezza,
come emerge non solo dalle informazioni dei servizi d’ordine ma anche dal car-
teggio tra comandanti delle formazioni di “Giustizia e Libertà”.
Senatore di diritto dall’aprile 1948, Gasparotto fece parte del gruppo misto e
votò convintamente l’adesione dell’Italia alla Nato. Il 25 marzo 1953, alla vigilia
del voto sulla legge elettorale che, per assicurare la stabilità di governo, avrebbe
attribuito un premio di maggioranza al partito o coalizione che avesse ottenuto un
voto in più del 50% dei suffragi, declinò la proposta, avanzatagli da De Gasperi,
di presiedere il senato. il suo nome sarebbe stato garanzia che la riforma mirava a
consolidare la Repubblica e non era affatto antidemocratica.