Page 53 - Atti 2012 - L'Italia 1945-1955. La Ricostruzione del Paese e le Forze Armate
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Morì quando il centrismo era ormai avviato al lento crepuscolo.
Il democristiano Mario Cingolani (1883-1971), laureato in chimica, deputato
del partito popolare dal 1921 alla decadenza (novembre 1926),sottosegretario di
stato al ministero del Lavoro e della Previdenza sociale nei due governi Facta
(1922: il cui titolare fu Arnaldo Dello Sbarba), componente dell’Alto Commissa-
riato per la punizione dei crimini e degli illeciti del fascismo (sezione avocazione
dei profitti di regime), ministro dell’Aeronautica nel II governo De Gasperi (14
luglio 1946 - 4 febbraio1947) Ministro della Difesa nel IV ministero De Gasperi
(1 giugno - 15 dicembre 1947) non ebbe tempo di esprimere un programma com-
piuto e risultò quasi una parentesi tra il democratico del lavoro, Gasparotto, e il
ritorno del repubblicano Facchinetti: un cattolico tra due massoni.
Randolfo Pacciardi, il repubblicano fautore
dell’adesione dell’Italia alla Nato
All’indomani del successo nelle elezioni del 18-19 aprile 1948, il presidente
del Consiglio De Gasperi rassegnò le dimissioni e venne incaricato di formare
il nuovo governo. Il ministero uscente era un quadripartito formato da DC, PLI,
PRI e PSDI. Alla Camera la DC ottenne il 45,5% dei suffragi e 305 seggi, contro
i 207 del 1946. PCI e PSI, uniti nel Fronte popolare, persero quasi dieci punti. Il
PSI crollò da 115 a 52 deputati; il PCI crebbe da 104 a 131, a spese dell’alleato.
La DC non era lontana dalla maggioranza assoluta alla Camera, ma la nomina di
cento senatori di diritto la pose in netta minoranza alla Camera Alta. Per altro De
Gasperi era consapevole della varietà del seguito elettorale (monarchici, clericali
reazionari, ex fascisti: il Movimento sociale italiano, reincarnazione del PNF ot-
tenne appena 6 seggi). Perciò non esitò a riproporre la coalizione quadripartita,
con il coinvolgimento nell’esecutivo delle personalità di spicco dei partiti alleati:
Giuseppe Saragat (PSDI), Luigi Einaudi (PLI, di lì a poco eletto presidente della
Repubblica) e Randolfo Pacciardi, segretario del Partito repubblicano italiano.
Con Carlo Sforza agli Esteri, Giuseppe Pella al Tesoro (con l’interim del Bilancio)
ed Ezio Vanoni alle Finanze il governo puntò ad accelerare la ricostruzione.
Pacciardi (Giuncarico, Grosseto, 1 gennaio 1899-Roma, 14 aprile 1991) fu no-
minato ministro della Difesa e lo rimase continuativamente sino al 7 giugno 1953.
Per la sua storia personale e per l’impegno profuso nell’incarico fu il ministro più
prestigioso e fattivo del decennio.
Pacciardi proveniva idealmente dall’interventismo democratico. Nel 1916 ten-
tò di farsi arruolare presentando un certificato di nascita artefatto che lo dichiarava
di un anno più anziano. Volontario nei bersaglieri dopo Caporetto, per la condotta
esemplare meritò due medaglie d’argento e una di bronzo, nonché la Military
Cross britannica e la francese Croix de guerre avec palmes. Fu proposto per
la Medaglia d’Oro. Tornato a Grosseto nel 1919, accompagnò il completamento
degli studi (Scuola Normale) alla militanza nel Partito Repubblicano. Laureato