Page 192 - Le Operazioni Interforze e Multinazionali nella Storia Militare - ACTA Tomo I
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192 XXXIX Congresso della CommIssIone InternazIonale dI storIa mIlItare • CIHm
Le truppe imbarcate a Napoli sono divise tra quelle destinate al previsto sbarco sulla
costa occidentale, a punta Carena, 938 uomini al comando del Generale François Detrés,
e quelle destinate a tentare uno sbarco a Marina Grande- che non verrà effettuato- con
400 uomini dell’Aiutante Comandante François Chavardes. Quelle partite da Salerno,
sotto il Generale François Mont Serraz, sono destinate alla Marina del Mulo, ma finiran-
no per sbarcare come le altre alla cala di Orrico.
La spedizione è agli ordini del Generale Jean Maximilien Lamarque, coadiuvato da
un ristretto stato maggiore franco-napoletano composto dal suo aiutante di campo Jean
Thomas, dal comandante in seconda, generale Francesco Pignatelli Strongoli, dal Gene-
rale Luigi Bernardino Cattaneo, dal Colonnello Luigi Arcovito e dal Tenente Colonnello
Pietro Colletta.
Hudson Lowe è sul chi vive e ha distaccato la sua guarnigione lungo le coste dell’i-
sola. Persuaso che lo sbarco verrà effettuato a Marina Grande vi destina 3 compagnie
corse appoggiate da 2 maltesi, altre 3 corse le tiene alla mano a Capri oltre ad una quarta
di riserva. Tre compagnie sono destinate a Marina Piccola mentre 7 del Real Malta sono
schierate sull’altopiano di Anacapri ed un’ultima in cima alla “scala fenicia”.
Le imbarcazioni nemiche, divise in tre squadriglie, bordeggiano intorno a Capri cer-
cando punti di approdo sprovvisti di difese. Appena avvistato il nemico, il mattino del
4, da Capri sono spiccate tre feluche per dare l’allarme a Ponza, Messina e Palermo e
chiedere rinforzi.
Secondo il piano iniziale lo sbarco più importante dovrebbe essere effettuato a punta
Carena, all’estremità occidentale dell’isola, per occupare l’altipiano su cui sorge Anaca-
pri, per procedere poi su Capri, inattaccabile direttamente dal mare e provvista di mura,
Il punto prescelto risulta troppo ben difeso, però bordeggiando lungo la costa il Ge-
nerale Lamarque riesce a trovare una caletta, quella di Orrico, di non facile accesso e
con le pareti quasi a picco, in cui decide ugualmente di sbarcare. Qui, alla base di una
alta scarpata, interrotta a quattro o cinque metri di altezza dal mare da una terrazza, su
cui verranno appoggiate le scale , c’è infatti una serie di scogli, a fior d’acqua, dalla
superficie abbastanza spianata anche se resa viscida dalle alghe su cui si può prendere
terra. Inoltre il posto è poco sorvegliato dal nemico. Con qualche difficoltà- ed anche
con qualche perdita- i primi soldati, guidati dal Thomas, riescono a sbarcare e, grazie
alle scale, risalgono la scarpata attestandosi intorno al suo ciglio, dove sono bloccati dai
maltesi. Il Generale Lamarque sbarca con il resto del contingente di Détres, man mano
che è possibile, mentre Chavardes e Mont Serraz conducono azioni diversive bombar-
dando Marina Grande e Marina Piccola, mantenendo in dubbio Hudson Lowe circa la
possibilità di altri sbarchi.
Il maggiore Hamill, comandante dei maltesi, raggiunto poi da tre compagnie di cor-
si guidate da Church, si limita ad attestarsi intorno alla zona di sbarco e, pur essen-
do inizialmente in netta superiorità numerica, non attacca, come gli sarebbe possibile,
ricacciando il nemico in mare. Forse non ha abbastanza fiducia nei suoi uomini, ma
soprattutto teme che, attaccando, questi ultimi possano essere esposti al fuoco delle can-
noniere napoletane. Inoltre c’è lo stesso Hudso Lowe a complicare la situazione: invece
di spronarlo gli invia un messaggio con il quale lo autorizza, se del caso, a ritirarsi.