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102 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
della “nazione armata”.
In realtà, la modalità di armamento era un falso problema dietro il quale si
nascondeva il vero nodo della questione: la natura stessa della “nazione armata”,
concepita come mero strumento per una guerra di liberazione e di difesa contro
un’invasione di un esercito nemico, ma non come esercito di conquista e di coar-
tazione delle libertà di altri popoli. Questa era certamente l’idea-forza che permise
al mito, in pace, di riproporsi in tempi successivi e condizioni politiche diverse,
fino all’estate del 1914 quando, nell’imminenza della guerra, dimostrò tutta la sua
drammatica inadeguatezza.
La Prima Guerra mondiale fu dunque combattuta da “nazioni armate”, ma non
del tipo che generazioni di democratici e socialisti avevano auspicato in alternati-
va agli eserciti permanenti. Le potenze europee, fatta eccezione per la Gran Breta-
gna, combatterono infatti con eserciti costruiti a imitazione del modello prussiano,
vincitore sui campi di battaglia, ma anche grazie alla forza delle idee che seppero
mettere in campo i suoi sostenitori nel dibattito che si sviluppò per decenni in tutta
Europa sui temi della guerra nuova che si preannunciava e del modo migliore di
preparare gli eserciti per affrontarla.
Emblematico, da questo punto di vista, il contributo offerto dall’opera del ba-
rone Colmar von der Goltz, tenente generale del regio esercito prussiano, Das volk
im waffen. Ein Buch über Heerwesen und Kriegführung unserer Zeit. Pubblicata
a Berlino nel 1883, ebbe numerose edizioni e fu tradotta in varie lingue, tra cui
l‘inglese, l‘italiano e il francese, divenendo una vera e propria „bibbia“ dei so-
stentitori dell’esercito “alla prussiana”. Nel primo capitolo del volume, intitolato
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Gli eserciti nei tempi moderni, l’autore esordiva proprio chiarendo la Necessità
delle moderne nazioni armate, come recitava il primo paragrafo. Questa deriva-
va dal fatto che «il tempo delle guerre di gabinetto è passato [...] Le guerre sono
divenute di assoluta spettanza della nazione». Di conseguenza, proseguiva von
der Goltz, «è perfettamente naturale che i grandi popoli civili di oggi accrescano
sempre più il loro apparecchio guerresco per potere, in caso di bisogno, fare uso
senza riguardi, di tutte le loro forze» .
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Il mezzo più idoneo a questo scopo era già stato trovato dalla Prussia allorché
aveva introdotto «l'obbligo generale del servizio; il cui criterio fondamentale è
quello di ripartire il peso del servizio militare in modo uniforme su tutto il popo-
6 Das Volk im Waffen. Ein Buch über Heerwesen und Kriegführung unserer Zeit, Berlin 1883.
La prima edizione francese, di Ernest Jaeglé, professore alla Scuola militare di Saint-Cyr, fu
pubblicata nel 1884 a Parigi con il titolo: La Nation armée. Organisation militaire e grande
tactique modernes.In inglese fu pubblicata nel 1887 a Londra, tradotta Philip A. Ashworth,
con il titolo The Nation in arms. Soltanto nel 1894 l‘opera fu pubblicata in Italia tradotta
dal capitano Pasquale Meomartini, col titolo C. V. Der Goltz, La nazione armata. Libro
sull‘organizzazione degli eserciti e la condotta della guerra nei tempi moderni, Roma,
Voghera, 1894.
7 C. V. Der Goltz, La nazione armata, cit., p. 8.