Page 106 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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106        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



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             due secoli .
                In realtà, la “nazione armata” costituiva soltanto una parte, seppure importan-
             te, del più ampio dibattito che ancora alla vigilia della guerra vedeva il movimento
             socialista europeo  alle prese con la “questione militare. I temi del “militarismo”,
             della guerra e della pace, erano da decenni  il primo punto all’ordine del giorno nel
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             dibattito dei congressi della II Internazionale , ma negli ultimi tempi l’attenzione
             si era concentrata sull’atteggiamento che, in caso di guerra,  i vari partiti socialisti
             avrebbero dovuto tenere nei confronti della propria nazione.
                Questo aspetto della questione è appunto al centro del  più ampio ed organico
             progetto di “nazione armata”, L’Armée nouvelle, elaborato in campo socialista:
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             quello di Jean Jaures, pubblicato nel 1910 . Scritto  a distanza di quasi trent’anni
             dall’opera di von der Goltz, come quello è emblematico e rappresentativo di una
             visione della “nazione armata”, quella democratica e socialista, della quale rap-
             presenta un’appassionata difesa, l’ultima rivisitazione e aggiornamento.
                Il progetto si richiamava al  mito della leva in massa della Rivoluzione france-
             se, proponeva il  servizio generale; l’educazione fisica della gioventù propedeuti-
             ca alla leva, impartita da ufficiali e da insegnanti pubblici e privati;  grandi riserve,
             minima presenza di professionisti,  carattere difensivo e dissuasivo dell’organiz-
             zazione militare della democrazia repubblicana prima, della società socialista poi.
             Prerequisito irrinunciabile di tutto l’impianto era  il mantenimento della pace, al
             quale si dovevano indirizzare tutti gli sforzi, e il ricorso all’arbitrato: esattamente
             le condizioni che von der Goltz aveva respinto come illusorie.
                Sostanzialmente,  nulla di nuovo rispetto alle tradizionali elaborazioni  della
             “nazione armata”. La novità consisteva nel ruolo che Jaures assegnava al prole-
             tariato che avrebbe dovuto  fare propria questa forma di armata popolare per non
             lasciarne  il monopolio  alle altre classi e agli “esperti”: il proletariato, riteneva


             20  Soltanto nel 1896 , nel congresso dell’Internazionale di Londra, la formula “nazione armata” fu
                 accolta ufficialmente per designare la forma di armamento alternativa agli eserciti permanenti.
                 Cfr.   Cfr.M. Reberioux, Il dibattito sulla guerra, in Storia del marxismo, v. II, Il marxismo
                 nell’età della Seconda Internazionale,  Einaudi, Torino, 1979, p. 913 e n. 14. Significativamente,
                 in quegli stessi anni in seno al Partito socialista italiano ci si interrogava sul significato da dare
                 alla parola d’ordine; cfr, G, Conti, “Fare gli italiani”, cit., p. 58 e ss.
             21  Cfr.M. Reberioux, Il dibattito sulla guerra, in Storia del marxismo, cit., , pp. 987-933; E. Carr,
                 L’atteggiamento marxista verso la guerra, Nota E, in La rivoluzione bolscevica, 1917-1923,
                 Einaudi, Torino, 1964, pp. 1313- 1329
             22  «Il 14 novembre l’edizione parlamentare , oggi introvabile, dell’opera di Jaures,  presentata
                 come proposta di legge, fu  pubblicata [... ]sotto il titolo “Proposta di legge sull’organizzazione
                 dell’Esercito” . Poco dopo veniva pubblicata dall’editore Rouff, la prima edizione del volume
                 col titolo L’Armèe nouvelle, presentata come frammento di un più ampio progetto che Jaures
                 avrebbe voluto pubblicare sotto il titolo L’Organization socialiste de la France . Ricavo le  no-
                 tizie  dall’edizione  L’Humanité, Paris, 1915, dalla quale sono tratte le citazioni per le quali, in
                 mancanza di indicazione diversa, la traduzione è dovuta a chi scrive.
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