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108 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
dalla Sfio francese, si schierò con la propria la nazione e, di conseguenza, con
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il proprio esercito, dando addio al mito della “nazione armata” .
A questo punto il campo era libero per lo scontro finale fra i grandi eserciti di
massa ordinati “alla prussiana” che dopo 53 mesi si sarebbe concluso con perdite
inusitate di vite umane, 10 milioni di morti, oltre 21 milioni di feriti e mutilati,
e danni ingenti sul piano economico e paesaggistico. Non meno gravi le riper-
cussioni di tipo politico e culturale: l’Europa usciva ridimensionata al termine
di una lotta feroce fra gli eserciti e fra i popoli che aveva gettato i semi per la
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nascita dei totalitarismi . Tutti i fattori della “guerra totale” avevano contribuito
alla castarofe; l’entità e la tipologia delle distruziioni furono dovute certamente
ai ritrovati della tecnica messi a disposizione della guerra di logoramento; questa
fu alimentata dal fanatismo nazionalistico che contribuì al protrarsi di un conflitto
nel quale nessuna delle parti voleva fare il primo passo verso la cessazione delle
ostilità; ma è altrettanto innegabile che le “montagne di cadaveri” della Grande
Guerra erano la conseguenza diretta delle dimensioni di massa degli esrciti che la
combatterono, capaci di fornire “carne da cannone” a getto continuo e in misura
pressochè inesauribile.
Questa ecatombe era stata resa possibile dalla “nazione armata” di tipo prus-
siano, ma è altrettanto vero che a preparare il terreno aveva contribuito, da de-
cennmi, la propaganda dei democratici per l’uguaglianza dei doveri militari che si
richianmava alla levée en masse, lievito di tutte le guerre di popolo combattute nel
XIX e nel XX secolo. Anche il movimento socialista, seppure su un altro versan-
te, aveva giocato la sua parte nel legittimare l’introduzione del servizio militare
obbligatorio, nella convinzione che il maneggio delle armi avrebbe potuto essere
utile al proletariato al momento della rivoluzione, come effettivamente avvenne
nell’unico paese in cui fu imboccata questa via.
25 Cfr. M. Reberioux, Il dibattito sulla guerra, in Storia del marxismo, cit.,p. 929 e ss.
26 Cfr. E. Gentile, L’apocalisse della modernità. La grande guerra per l’uomo nuovo,Mondadori,
Milano, 2008.