Page 111 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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II SeSSIone - l’ItalIa SocIo polItIca 111
14.000 operai sono disoccupati. Aggravano la situazione decine di migliaia di pro-
fughi dalla Francia e l’immigrazione, che prosegue l’andamento di inizio secolo
e aumenta i residenti di quasi 11.500 unità nel corso del 1914 e di altri 26.500
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nel 1915, quando si contano 525.264 torinesi . Presto sono stabilite eccezioni al
divieto di esportazione, ma il forte aumento del costo della vita provoca l’aumento
del prezzo di molte materie prime e rende necessario aprire delle mense popolari,
le «cucine economiche». Il malcontento sociale è palese e porta inevitabilmente al
radicalizzarsi della lotta politica.
Con l’esplicito scopo di combattere la disoccupazione, in ottobre il Consiglio
comunale istituisce un Ufficio municipale del Lavoro, che contribuisce ad allon-
tanare ulteriormente i socialisti dalle altre forze politiche neutraliste. Infatti, il
nuovo ufficio diventa oggetto di vivaci discussioni tra quanti vogliono provveda
direttamente al collocamento della mano d’opera e quanti preferirebbero limitarlo
a funzioni di ricognizione, temendo la concorrenza con gli uffici di collocamento
della Camera del Lavoro. Le discussioni sui compiti, l’organizzazione e le moda-
lità di funzionamento catalizzano l’attenzione del dibattito politico sia nel Consi-
glio comunale sia nella stampa locale dall’autunno del 1914 fino al 19 aprile del
1915, quando le posizioni dei liberali e dei cattolici prevalgono definitivamente .
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In primavera, comunque, il problema della disoccupazione è quasi risolto,
poiché dalle ultime settimane dell’anno precedente molte aziende hanno ripreso
a produrre a pieno ritmo. A novembre le ordinazioni dei paesi belligeranti e di
quelle governative hanno permesso una ripresa del lavoro: colpisce il dato sugli
addetti al settore aeronautico della Fiat, cresciuti da 60 a 1500 tra il gennaio 1914
e il maggio 1915. Sebbene Stefano Musso avverta che nell’aprile 1915 gli addet-
ti alle industrie siano ancora 5.000 in meno rispetto al giugno 1914 e soltanto i
settori metallurgico e meccanico abbiano più occupati, nell’autunno «l’economia
torinese si rivelò di mese in mese come una delle maggiori beneficiarie della “con-
giuntura” internazionale» . Questo spiega perché larga parte degli imprenditori
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torinesi siano neutralisti, sia pure con importanti eccezioni: i produttori agricoli
e dell’industria agroalimentare sperano di accedere più facilmente al mercato te-
desco, gli industriali della seta e della carta sono legati ai francesi, mentre mezza
Europa invia commesse alle industrie meccaniche: la Fiat riceve ordinativi da
10 Probabilmente il grande aumento del 1915 è concentrato dopo l’entrata in guerra, quando la
ripresa produttiva coinvolse tutti i settori e la mobilitazione militare costrinse alla sostituzione
della forza lavoro. S. Musso, Gli operai di Torino 1900-1920, Feltrinelli, Milano, 1980, p. 128.
11 A. Zussini, Franco Invrea. Un “patrizio genovese” nella Torino giolittiana, Dell’Orso, Alessan-
dria, 2007.
12 P. Spriano, Torino operaia nella grande guerra (1914-1918), Einaudi, Torino, 1960, p. 77. L’o-
pera fu poi ripresentata come parte di: Id., Storia di Torino operaia e socialista. Da De Amicis
a Gramsci, Einaudi, Torino, 1972. I tre capitoli qui considerati (Le elezioni del 1913 e 1914,
Neutralità assoluta o relativa?, I fatti del maggio 1915) vengono arricchiti di indicazioni biblio-
grafiche, ma non subiscono modifiche nel testo.