Page 115 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             bero state ben più gravi se vi fosse stata la nostra partecipazione alla guerra» .
             Ancora a novembre gli interventisti cattolici sono talmente pochi che il prefetto
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             li indica come «clericali dissidenti» ; tra essi spicca Luigi Caissotti di Chiusano,
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             punto di riferimento dei cattolici democratici torinesi . Da parte del movimento
             cattolico non risultano manifestazioni in piazza né comizi pubblici –  d’altra parte
             non appartengono alla sua tradizionale prassi politica, oltre ad essere formalmente
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             vietati dal governo  –: come scrisse il Procuratore generale «non furono usate
             Chiese per scopi estranei al Culto, tenuti congressi, fatte pubbliche manifestazioni
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             di partito» ; ai comizi si preferiscono le funzioni religiose in cui si prega per la
             pace. I proponimenti politici si possono desumere soprattutto dall’analisi della
             stampa cattolica e dai discorsi ufficiali: nel gennaio 1915, all’annuale assemblea
             dell’Unione elettorale cattolica, il presidente Giacinto Briccarelli sostiene che «il
             vero sentimento pubblico è contrario […] ad un intervento armato, di cui ora non
             si comprende affatto la necessità», e dunque è necessario agire verso il governo:
             «bisogna fargli conoscere la volontà neutralista del paese; il che non toglie che ci
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             si debba poi affidare alle sue decisioni» . Insomma, le azioni del movimento cat-
             tolico non sono tanto rivolte verso una mobilitazione dell’opinione pubblica – che
             a Torino sembra già abbastanza persuasa – quanto verso il governo.
                Oltre a messaggi e conversazioni private con i membri dell’esecutivo, uno dei
             principali esponenti politici, Filippo Crispolti, scrive a Salandra e al cardinale Ga-
             sparri una lettera il cui contenuto esemplifica bene le speranze e i timori cattolici:
             «Alcune autorevoli persone (…) hanno pensato alla costituzione di una Lega dei
             neutri [...] in cui sperano che con tutti gli Stati europei rimasti in pace potrebbero
             entrare, se indotte in ciò in tempo, anche la Bulgaria e la Rumenia. (…) Scopo
             della Lega, la cui iniziativa ed onore spetterebbe all’Italia, potrebbe essere:
                1° Nel caso di un mutamento dell’assetto territoriale europeo assicurare ai con-
             traenti equi compensi, tenuto conto delle loro legittime aspirazioni nazionali
                2° Impedire ad ogni costo che il risultato di fatto della guerra sia lo stabilirsi
             nella terraferma della preponderanza pericolosa di una potenza, sia questa la Ger-
             mania o la Russia


             26  Obblighi da adempiere e interessi da mantenere, in “Il Momento”, 29-07-1914, prima pagina
                 due colonne.
             27  Telegramma n. 2556 del 14-11-1915.
             28  Con alcune significative eccezioni, come quella di Luigi Caissotti di Chiusano, che «fu presto
                 un interventista convinto», A. Zussini, Luigi Caissotti di Chiusano e il movimento cattolico dal
                 1896 al 1915, Giappichelli, Torino, 1965, p. 205.
             29  ACS, PCM, GE, b. 26 ter.
             30  È la formula di rito che si ritrova nelle relazioni quadrimestrali intitolate Azione politica del
                 Clero, che contengono riferimenti anche alle attività degli altri culti presenti sul territorio. ACS,
                 MI, DGAC, b. 2, ff. 1914 e 1915.
             31  M. Salvadori, Il movimento cattolico a Torino 1911-1915, Giappichelli, Torino, 1969, p. 283.
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