Page 110 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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110        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             italiano sono vinte dal candidato dei nazionalisti Giuseppe Bevione, giornalista de
             “La Stampa”. Pochi giorni prima si erano svolte le elezioni amministrative in cui
             la cittadinanza aveva votato memore delle violenze successive ai fatti di Ancona.
             Quei disordini avevano creato un clima di netta contrapposizione tra i socialisti
             e le altre principali forze politiche, che si erano coalizzate al momento del voto:
             «hanno dimenticato di botto i loro dissensi. Il panico li ha spinti alle urne e ha fatto
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             tacere tutte le antipatie e tutti i rancori» , scrive “Il Grido del Popolo”, il giornale
             di riferimento dei socialisti torinesi del tempo. L’alleanza non era affatto scontata,
             sia per le discussioni che separavano una parte non irrilevante dei liberali dai cat-
             tolici (erano recenti le polemiche sul Patto Gentiloni), sia per le violenze promos-
             se dai nazionalisti un mese prima di quelle registrate durante gli scioperi. Infatti,
             all’inizio di maggio si era svolta una manifestazione antiasburgica sfociata in atti
             aggressivi contro la sede de “Il Momento”, il principale foglio dei cattolici torine-
             si, e contro le forze di polizia preposte alla difesa del consolato austro-ungarico;
             il prefetto aveva commentato: «mai in una città così seria e patriottica si era visto
             tanto accanimento contro la forza pubblica, che pur compiva un dovere sacrosanto
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             e preciso, quello di tutelare il Consolato austriaco» . Dopo le violenze nazionaliste
             di inizio maggio e quelle socialiste del mese successivo, il clima politico torinese
             di fine giugno è infuocato, tanto che è stato letto da Massimo Salvadori come una
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             «netta anticipazione delle elezioni del 1919»  per la crisi del notabilato liberale, la
             forza delle organizzazioni socialiste e cattoliche, l’irriducibile antitesi ideologica
             e il richiamo a tutti i moderati a bloccare le forze rivoluzionarie ed anarchiche.
                Dal 1913 il sistema economico torinese era entrato in crisi; il fenomeno, dap-
             prima latente, nel secondo trimestre del 1914 sfocia in una «forte depressione»,
             fino  ad  «assumere  carattere  catastrofico»  nelle  prime  settimane  della  guerra  e
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             «aspetti panici»  ad agosto, quando un decreto governativo vieta l’esportazione
             di prodotti industriali e molte fabbriche dimezzano l’orario di lavoro giornaliero
             o chiudono. Sono colpiti tutti i principali settori industriali cittadini, dal metal-
             meccanico al chimico, dal tessile alle costruzioni, dal tipografico alla lavorazio-
             ne dei prodotti alimentari: secondo uno studio dell’ufficio Lavoro della Città di
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             Torino, nella seconda metà del 1914 perdono il lavoro 11.293 persone . Soltanto
             negli arsenali militari si lavora incessantemente, ma nemmeno il raddoppio delle
             squadre permette di assorbire la disoccupazione operaia: a metà settembre oltre

             5   “Il Grido del Popolo”, 20-06-1914. Nato nel 1892, terminò le pubblicazioni alla fine del 1918,
                 poco prima che venisse fondato “L’Ordine Nuovo”.
             6   ACS, MI, DGPS, DAGR, 1915, b. 28. Si tratta di una relazione sui disordini del 4, 5 e 6 maggio
                 1914 (conservata nel fondo 1915), quando un giovane rimase ferito durante le proteste dei na-
                 zionalisti per gli scontri tra italiani e sloveni avvenuti a Trieste il 1° maggio.
             7   p. 255.
             8   P. Spriano, Storia di Torino, cit., p. 284.
             9   “Città di Torino, Ufficio del Lavoro, Bollettino e Statistica”, a. I, ottobre 1915.
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