Page 113 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             Olivetti, prima su posizioni neutraliste . Ha scritto Valerio Castronovo: «sebbene
             la borghesia intellettuale più che quella degli affari si fosse pronunciata a favore
             dell’intervento, non era sfuggito agli ambienti imprenditoriali il carattere presso-
             ché obbligato della guerra, quasi una fase inevitabile nella crescita economica del
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             paese» .
                Le numerose iniziative del Comitato per la preparazione – di carattere assi-
             stenziale (come la distribuzione di generi alimentari), educativo (formazione di
             personale paramedico e ausiliario dei pompieri), propagandistico (numerose con-
             ferenze, pubblicazione di opuscoli e manifesti) e perfino paramilitari quando in
             aprile costituisce un Battaglione volontari subalpini – trovano vasta eco su “La
             Gazzetta del Popolo” di Delfino Orsi, uno dei due grandi quotidiani nazionali pub-
             blicati a Torino in quegli anni. Al contrario de “La Stampa”, a cui si avvicinava
             quanto a tirature, è filointerventista, dopo un primo periodo in cui si era procla-
             mata a favore di un neutralismo finalizzato alla preparazione della guerra. Presto
             le sue iniziali motivazioni irredentiste lasciano il passo a posizioni schiettamente
             espansioniste, una linea editoriale che permette un sensibile aumento di vendi-
             te a livello nazionale. In città diventa il punto di riferimento degli interventisti
             non soltanto per la promozione delle iniziative finalizzate all’ingresso in guerra,
             ma anche come punto di riferimento fisico e organizzativo: quasi «un’organizza-
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             zione parapolitica»  che promuove mostre di armi e oggetti di caduti sul fronte
             francese, raccoglie sottoscrizioni e affigge in punti di grande passaggio cartine
             geografiche dei fronti europei, aggiornate quotidianamente spostando i segnalini
             di truppe e flotte, per coinvolgere la cittadinanza nel “gioco della guerra”. Nelle
             pagine locali “La Gazzetta” si fa portavoce delle iniziative delle organizzazioni
             riunite dal novembre nel Fascio delle associazioni interventiste torinesi: Trento e
             Trieste, Alleanza Terza Italia, Circolo Trentino, Fascio democratico d’azione (che
             riuniva repubblicani e socialisti inteventisti), Unione Radicale, Associazione pro
             Dalmazia italiana, Associazione Nazionalista.
                Su posizioni opposte, “La Stampa” di Alfredo Frassati - vicino a Giolitti - man-
             tiene posizioni neutraliste durante l’intero periodo, con la speranza che l’Italia
                                                                        20
             potesse comunque ottenere una migliore posizione internazionale . A marzo un


             17  Presto aderiscono oltre un centinaio di personalità, tra cui gli industriali Ansaldi, Goria-Gatti,
                 Goldmann, il finanziere Marangoni, gli aristocratici Cibrario, Ferrero di Ventimiglia, Medici
                 del Vascello, Barbavara di Gravellona e la principessa Laetitia di Savoia Napoleone duchessa
                 d’Aosta. ACS, MI, DGPS, A5G, 1GM, b. 29.
             18  V. Castronovo, Il Piemonte, Einaudi, Torino, 1977, p. 290.
             19  P. Rugafiori, Nella grande guerra, cit., p. 15.
             20  Una testimonianza raccolta dalla figlia Luciana lo vede in lacrime il 24 maggio pronunciare frasi
                 pacifiste «Una guerra anche se fosse vittoriosa è pur sempre una rovina», malgrado “La Stampa”
                 avesse assunto pochi anni prima una posizione favorevole alla guerra di Libia. L. Frassati, Un
                 uomo, un giornale. Alfredo Frassati, v. I, parte II, Ed. di Storia e Letteratura, Roma 1978, p. 168.
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