Page 121 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             vazione verso gli oratori; gli interventisti risultano comunque in maggioranza .
             Ovviamente le manifestazioni neutraliste organizzate nei giorni festivi sono più
             affollate, esclusa quella di lunedì 17 maggio. Ci sono donne tra le promotrici delle
             manifestazioni (il 10 gennaio a Torino e il 14 maggio a Pinerolo), tra gli arrestati
             negli scontri con la pubblica sicurezza (3 ottobre) e tra i feriti (17 maggio).
                Le  manifestazioni  neutraliste  non  sono  organizzate  soltanto  nel  capoluogo,
             anzi curiosamente la prima manifestazione contro la guerra non avviene a Torino
             bensì a Torre Pellice, il 29 luglio, giorno dopo l’attentato all’erede al trono d’A-
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             sburgo; l’iniziativa è della Società internazionale per la pace  (anche nota come
             Comitato per la pace) e prendono la parola tra gli altri il socialista Angelo Tasca
             e il deputato radicale Edoardo Giretti, un economista e industriale tessile che a
             marzo diventa interventista . Non distante da Torre Pellice, l’importante area in-
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             dustriale di Pinerolo si segnala come uno dei centri più attivi del neutralismo in
             provincia, soprattutto nel 1915. Dei 49 giorni segnati da eventi neutralisti, tre
             hanno visto manifestazioni sia a Torino sia in provincia, altri 15 soltanto fuori cit-
             tà, spesso nei giorni immediatamente precedenti o successivi ad una prevista nel
             capoluogo – soprattutto quando l’iniziativa proveniva dalla segreteria nazionale.
                Il culmine delle dimostrazioni neutraliste si ha dal 12 al 18 maggio, quando per
             sette giorni consecutivi (una vera “settimana rossa”, ad un anno dalla precedente –
             che a Torino si era esaurita in un paio di giorni) si registrano manifestazioni contro
             la guerra. La storiografia ricorda in particolare il sanguinoso sciopero generale del
             17-18 maggio, minuziosamente descritto da Spriano, in cui si contano un morto e
             decine di feriti; tuttavia già il 13 si registrano 6 feriti e un altro il 14. La situazio-
             ne diventa ingestibile il 17, quando viene ufficialmente proclamato lo sciopero e
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             dopo che si diffondono per la città voci incontrollate di morti e feriti : il prefetto
             Edoardo Verdinois, fresco di nomina, cede i poteri all’autorità militare, che occu-
             pa la Camera del Lavoro e arresta un centinaio di persone, compresi due deputati.
                La decisione di indire lo sciopero era stata presa a maggioranza, malgrado la
             contrarietà di alcuni dirigenti (altri, tra cui Morgari, erano andati alla riunione
             nazionale a Bologna) e prima che fossero note le decisioni prese dal direttivo
             nazionale. Questa divisione, la valutazione che si diede delle giornate appena tra-
             scorse e, soprattutto, il proposito di spegnere o meno l’opposizione alla guerra
             dopo la dichiarazione del governo italiano all’Austria-Ungheria segnano la crisi
             che allontana i socialisti riformisti dagli intransigenti; poco dopo sarà vivacemen-
             te contestato chi, come l’onorevole Giulio Casalini, al Consiglio comunale pro-

             53  Un comizio ed una dimostrazione di studenti, “La Stampa”, 21-3-1915.
             54  ACS, MI, DAGR, A5G, 1GM, b. 123, f. 250.
             55  L. D’Angelo, Pace, liberismo e democrazia: Edoardo Giretti e il pacifismo democratico nell’Ita-
                 lia liberale, Franco Angeli, Milano, 1995, pp. 192-202.
             56  Alle ore 12,10 il prefetto telegrafava: «Situazione gravissima [...] Parlasi di morti e feriti». ACS,
                 MI, DAGR, A5G, 1GM, b. 123, f. 250.
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