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mai giolittiana che aveva la pretesa di svolgersi senza Giolitti” . Il successo di
Salandra, comunque, fu nel riuscire a formare un gabinetto con la collaborazio-
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ne del suo predecessore , di cui Sidney Sonnino, tradizionale rivale dello statista
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piemontese, pur rimanendone fuori, fosse il principale ispiratore . La strategia di
opposizione del politico pisano –imperniata su un irriducibile confronto diretto
con il giolittismo- sembrava essere ormai al tramonto. Di ciò ne era cosciente an-
che lo stesso statista toscano, come testimoniato dal rifiuto che oppose all’offerta
di formare un governo che, il 13 marzo 1914, prima di Salandra, gli fu fatta da
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Vittorio Emanuele III .
Il simbolo del “connubio” giolittiano-salandrino fu la permanenza al Ministero
degli Esteri di Antonino di San Giuliano. Questi era una personalità molto origina-
le all’interno del mondo politico italiano. Siciliano di Catania, era stato, insieme a
Giolitti, il principale artefice della politica estera italiana dal 1910 in poi. Il suo ri-
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torno alla Consulta, dopo la breve esperienza nel secondo gabinetto Fortis , si era
contraddistinto soprattutto per la preparazione diplomatica dell’impresa di Libia.
In quel frangente egli si era mostrato “profondamente patriottico” interpretando
l’espansione coloniale come l’inevitabile prodotto della “grandezza dell’Italia”.
Ciò, ha scritto il suo biografo, avrebbe messo l’Italia stessa
(…) al passo con un tipo di politica internazionale, la cosiddetta politica di
potenza e dell’espansione coloniale, che sembrava avrebbe dettato legge
per molti decenni a venire: la patria, qualsiasi patria, sarebbe stata infatti
7 F. Gaeta, La crisi di fine secolo e l’età giolittiana, TEA, Milano 1996, p.497; Vigezzi, op.cit.,
pp.72-73.
8 G. Giolitti, Memorie della mia vita, Garzanti, Milano 1945, p.511; G. B. Gifuni, Salandra ine-
dito, Pan editrice, Milano 1973, pp.70-71. Un esempio di ciò in Salandra a Giolitti, 16 marzo
1914 in Dalle carte di Giovanni Giolitti. Quarant’anni di politica italiana, a cura di C. Pavone,
3 voll., Feltrinelli, Milano 1962, vol. III, Dai prodromi della grande guerra al fascismo 1910-
1928 (d’ora in poi GG), d.121.
9 Cfr. Salandra a Sonnino, 2 aprile 1914 in SS, d.1.
10 Cfr. S. Sonnino, Diario 1914/1916, a cura di P. Pastorelli, Laterza, Roma-Bari 1972, p.4, an-
notazione del 13 marzo 1914. Sul rapporto politico tra Salandra e Sonnino v., tra l’altro, M.M.
Rizzo, Salandra e Sonnino: una parabola del liberalismo italiano in Sonnino e il suo tempo
(1914-1922) a cura di P.L.Ballini, Rubbettino, Soveria Mannelli 2011, pp.129-149, in particola-
re p.138. Una visione d’insieme di questo personaggio in N. Haywood, Sidney Sonnino and the
Rise and the Fall of Italian Liberalism 1847-1922, Olschki, Firenze 1999. Alcune considerazio-
ni sul contrasto tra i disegni politici di Giolitti e Sonnino in L. Riccardi, l’europa di luzzatti
in Luigi Luzzatti Presidente del Consiglio, a cura di P.L. Ballini e P. Pecorari, Istituto Veneto di
Scienze Lettere ed Arti, Vnezia 2013, pp.295-323, in particolare p.295.
11 Su questo periodo dell’attività politica del politico siciliano v. G. Ferraioli, Politica e diplomazia
in Italia tra XIX e XX secolo. Vita di Antonino di San Giuliano, Rubbettino, Soveria Mannelli
2007, pp.203-252; F. Cataluccio, Antonio di San Giuliano e la politica estera italiana dal 1900
al 1914, Le Monnier, Firenze 1935, pp.30-34.

