Page 128 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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128 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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negativa per gli interessi italiani . Nondimeno, proprio nello stesso tempo, decise
di approfittare della crisi internazionale per cercare di “realizzare quello che era
sempre stato l’obiettivo fondamentale perseguito dall’Italia (…): ottenere per via
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diplomatica le terre irredente” .
Il presupposto dell’azione del ministro italiano era senz’altro il giudizio matu-
rato sull’azione austriaca contro la Serbia. Se questa fosse sfociata in un’ “occu-
pazione territoriale anche temporanea” sarebbe stata considerata una “violazione
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dell’articolo settimo” della Triplice.
Tuttavia manteneva aperto uno spiraglio su un’eventuale evoluzione della po-
sizione italiana: essa sarebbe potuta mutare soltanto se “[fosse stata] ben risolta
la questione dei compensi” . Senza di essi non si sarebbe potuto “compiere al-
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cun atto favorevole all’Austria-Ungheria” . In buona sostanza, come comunicò a
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Vittorio Emanuele III il 24 luglio, “prima d’ingolfarci in una determinata linea di
condotta” il governo avrebbe dovuto assicurarsi che questa sarebbe stata “la più
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corrispondente ai nostri interessi” .
Qui si vede pienamente dispiegata la caratteristica insita nella politica di San
Giuliano, spesso sottolineata dai suoi estimatori quanto dai suoi detrattori: la dut-
tilità . Non a caso, proprio pochi giorni dopo la morte di Francesco Ferdinando,
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il ministro era arrivato alla conclusione che il governo italiano non avrebbe do-
vuto “lasciarsi cogliere alla sprovvista dagli avvenimenti”. Bisognava “affrettarsi
a stipulare (…) tra Italia e Austria accordi soddisfacenti” . Vienna doveva tenere
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presente che la Triplice non incontrava il consenso generalizzato dell’ “opinione
pubblica e della maggioranza della Camera dei Deputati”. Per questo gli accordi
avrebbero dovuto “essere corrispondenti alla volontà, al pensiero ed ai sentimen-
ti” di queste due entità così determinanti per la sopravvivenza politica del governo
italiano.
Il ruolo della Germania per il ministro, dunque, sarebbe stato fondamenta-
le. Quest’ultima, nel corso degli anni precedenti, aveva avuto una funzione di
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“aggiustare le cose” nel campo della polemica irredentistica che aveva separato
22 Ferraioli, op.cit., p.829-832.
23 P. Pastorelli, Le relazioni dell’Italia con la Serbia dal luglio 1914 all’ottobre 1915, in Id., Dalla
prima alla seconda guerra mondiale. Momenti e problemi della politica estera italiana (1914-
1943), LED, Milano 1997, pp.13-41, in particolare p.15.
24 San Giuliano a De Martino, 23 luglio 1914, DDI, s. IV, vol. XII, d. 449.
25 San Giulano a Bollati e Avarna, 22 luglio 1914, ivi, d.413.
26 Ibidem.
27 San Giuliano a Vittorio Emanuele III, 24 luglio 1914, ivi, d.470.
28 Un esempio in O. Malagodi, Conversazioni della guerra 1914-1919, a cura di B. Vigezzi, 2
tomi, Ricciardi, Milano 1960, tomo I, Da Sarajevo a Caporetto, p.9 n.1.
29 San Giuliano a Bollati, 14 luglio 1914, DDI, serie IV, vol. XII, d. 225.
30 Malagodi, op.cit., p.11.

