Page 131 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             dal presidente del Consiglio, fece della tutela dell’”interesse italiano”  il faro
             della sua azione diplomatica.
                 La crisi con la Serbia aveva fatto emergere quale fosse la distanza che se-
             parava le posizioni italiane dalla difesa degli interessi di quel “conglomerato di
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             popolazioni discordi tra loro e pervase di sentimenti nazionalistici”  che era l’al-
             leato impero asburgico. Salandra, subito dopo la proclamazione della neutralità,
             cominciò a parlare apertamente di “aggressione”, di “complotto” con l’obiettivo
             di “stabilire una schiacciante egemonia teutonica su l’Europa, e dall’Europa nel
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             mondo” . A queste riflessioni facevano eco i pensieri di Ferdinando Martini, mi-
             nistro delle Colonie, sostenitore di Salandra e ammiratore di Sonnino -nonostante
             non ritenesse quest’ultimo “il più abile degli uomini politici italiani”: “tutto quan-
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             to [sarebbe potuto] avvenire [era] effetto di quella aggressione” .
                 Il comportamento verso Belgrado aveva mostrato - come si diceva alla Con-
                                                                      50
             sulta - una “separazione tra la mentalità austriaca e quella nostra” . Ed era proprio
             questo che aveva sollecitato la tendenza di San Giuliano a ragionare sempre in
             termini di prospettiva di lungo periodo. In questa chiave egli rifletteva sul futuro
             della collocazione internazionale dell’Italia sin dai giorni successivi all’attentato
             di Sarajevo. Il quesito era: “se conven[isse] o non per l’Italia rimanere nella Tri-
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             plice Alleanza” . La sua prosecuzione doveva tenere conto di ciò che era stata
             una delle carte negoziali usate dal ministro per cercare di spingere gli alleati a
             fare concessioni: il favore che l’irredentismo incontrava nell’opinione pubblica
             nazionale ovvero, come disse ex post Salandra, il “malanimo degli Italiani verso
             la Duplice Monarchia” .
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                Il ministro degli Esteri, dunque, ancora nel pieno del suo tentativo di persuade-
             re l’Austria, cominciò a disegnare parallelamente un orizzonte strategico alterna-
             tivo. Il presupposto di qualsiasi scelta sarebbe stato, comunque, il rafforzamento
             militare ed economico del Paese. Su ciò si sarebbe fondata ogni scelta successiva.
             San Giuliano guardava l’Italia come un paese che, sotto il profilo dell’economia e
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             della società, era ancora in transizione . La ricerca della sua “grandezza” doveva


             46  Salandra, La neutralità…, cit. p.99.
             47  A.M. May, La monarchia asburgica 1867-1914, Il Mulino, Bologna 1991, p.695.
             48  Malagodi, op.cit., p.18.
             49  F. Martini, Diario 1914-1918, a cura di G. De Rosa, Mondadori, Milano 1966, p.7, annotazione
                 del 31 luglio 1914; l’ammirazione per Sonnino ivi, p. 100, annotazione del 16 settembre 1914.
             50  Biancheri a San Giuliano, 26 luglio 1914, DDI, s. IV, vol. XII, d.565.
             51  San Giuliano a Bollati, 14 luglio 1914, cit.
             52  A. Salandra, La neutralità…,  p.57.
             53  Osservazioni di carattere generale sulla situazione socio-economica dell’Italia del periodo in
                 A. Aquarone, L’Italia giolittiana, Il Mulino, Bologna 1981; E. Gentile, Le origini dell’Italia
                 contemporanea. L’età giolittiana, Laterza, Roma-Bari 2003; Gaeta, op.cit., pp.459-461.
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