Page 127 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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                   grande, si pensava allora, solo se avesse avuto il suo oltremare .
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                San Giuliano era un “triplicista non dogmatico”, cioè “disposto a correggere la
             politica condotta dall’Italia sin dal 1882, ma senza avventure” . Della sua volontà
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             di mantenere sostanzialmente inalterati i rapporti con i trentennali alleati dell’Ita-
             lia aveva dato prova sin dal primo momento del suo secondo periodo alla Consul-
             ta, al momento dell’esordio del gabinetto giolittiano guidato da Luigi Luzzatti .
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             A Berlino e Vienna, per giunta, era piaciuta anche la sua “energia”  a confronto
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             con l’azione svolta dal suo predecessore, Tommaso Tittoni, che in realtà era loro
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             inviso soprattutto per la politica che aveva realizzato verso la Russia nel 1909 .
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                Il ministro siciliano aveva per Giolitti una “devozione smisurata” . Soltanto le
             pressioni di quest’ultimo - e del monarca - lo indussero a entrare in una compagine
             che, perlomeno nel momento della sua formazione, giudicava “poco autorevole” .
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             Il suo stato di salute, inoltre, lo rendeva perplesso sulle sue possibilità di operare
             efficacemente. Dopo un colloquio con Salandra, comunque, assecondò l’opinione
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             di Giolitti la cui “parola [fu] sicuramente decisiva” .
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                L’attentato di Sarajevo e i suoi seguiti misero “la Triplice alla prova” . L’at-
             teggiamento che il governo di Roma, in particolare San Giuliano, tenne nei giorni
             che separarono la morte di Francesco Ferdinando dall’ultimatum austriaco alla
             Serbia indicò come la neutralità, che il Consiglio dei ministri decise il 31 luglio
             – e dichiarò pubblicamente il 2 agosto  - non era il segno di un indirizzo pura-
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             mente neutralista. Il politico siciliano, nei giorni successivi all’attentato, cercò
             di svolgere una “azione per la pace” ritenendo la guerra una prospettiva politica




             12  Ferraioli, op.cit., p.497. Sulla guerra di Libia v. soprattutto, F. Malgeri, La guerra libica 1911-
                 1912, Edizioni di Storia e Letteratura, Roma 1970.
             13  L. Riccardi, introduzione a Ferraioli, op.cit.,  p.7.
             14  Riccardi, l’europa di luzzatti, cit., p.299-300.
             15  L Salvatorelli, La Triplice Alleanza. Storia diplomatica 1877-1912, ISPI, Milano 1939, p.382.
                 Sulla politica di Tittoni è insuperato F. Tommasini, L’Italia alla vigilia della guerra. La politica
                 estera di Tommaso Tittoni, 5 voll., Zanichelli, Bologna 1935; v., più in generale, L. Albertini,
                 Le origini della guerra del 1914,  3 voll., Bocca, Milano 1943, vol. I., le relazioni europee dal
                 Congresso di Berlino all’attentato di Sarajevo, pp.128 e ss.
             16  Su questo v. G. Donnini, L’accordo italo-russo di Racconigi, Giuffrè, Milano 1983.
             17  Ferraioli, op.cit., p.779.
             18  San Giuliano a Giolitti, 16 marzo 1914 in GG, d.120.
             19  Ferraioli, op.cit., p.781, n.12.
             20  A. Monticone, La Germania e la neutralità italiana: 1914-1915, Il Mulino, Bologna 1971,
                 pp.15-81.
             21  San Giuliano a tutte le ambasciate, 3 agosto 1914, Documenti Diplomatici Italiani (d’ora in poi
                 DDI), s. V, vol. I, d.30.
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