Page 130 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             ne dei compensi” con l’Italia in caso di occupazioni permanenti scaturite dall’a-
             zione contro Belgrado. A Roma tale posizione fu interpretata, né più né meno,
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             come la promessa di una “mancia” .
                Ciò generò l’irrigidimento di San Giuliano che, da allora, cominciò a lamen-
             tare di non essere stato preventivamente avvertito delle mosse di Vienna “benché
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             ne [avesse] avuto l’obbligo” . Venuta meno la speranza di concreti guadagni, il
             governo italiano decise di far valere la lettera del casus foederis previsto dall’art.
             III dell’alleanza: “l’Italia (…) non si crede[va] obbligata a prender parte a questa
             guerra che non [aveva] carattere difensivo” . Le “ragioni” politiche di questa neu-
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             tralità erano evidenti e con chiarezza furono spiegate da San Giuliano a Vienna:
                D’autre part son acceptation de notre interprétation de l’art. 7 qui est d’une
             grand importance pour notre attitude diplomatique, ne peut pas suffire à elle seule
             pour élimener toutes les raisons très graves qui nous empéchent, au moins en ce
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             moment, de prendre part à la guerre .
                I rilievi di San Giuliano sulle questioni riguardanti gli aspetti morali del com-
             portamento austriaco subentrarono solo successivamente. Una volta che il nego-
             ziato non aveva raggiunto il suo obiettivo fu ravvisata la “prepotenza dell’Austria
             contro un piccolo popolo” . Giudizio che era evidentemente esaltato dalla deci-
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             sione di Vienna di muovere contro Belgrado; ma che era stato già in nuce anche
             al momento dell’ultimatum austriaco che non aveva lasciato alcuno scampo ai
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             governanti serbi .
                 L’Italia, dunque, non fu quel “paladino della pace” che voleva apparire, al con-
             trario: “si dimostrò disposta a dare mano libera all’Austria in cambio del Trentino
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             e di altri vantaggi territoriali” . San Giuliano si mosse con duttilità nella speranza
             di riuscire a soddisfare le aspirazioni italiane senza coinvolgere il governo prima
             nella contesa con la Serbia e poi nello scoppio del conflitto. In questo, appoggiato




             39  Monticone, op.cit., p.17. Cfr. San Giuliano a Bollati e Avarna, 30 luglio 1914, ivi, d.754; Avarna
                 a San Giuliano, 31 luglio 1914, ivi, d.797; Avarna a San Giuliano, 1 agosto 1914, ivi, d.848. Una
                 ricostruzione della trattativa italo-austriaca anche in L. Albertini, Venti anni di vita politica, 5
                 voll., Zanichelli, Bologna 1951, parte seconda, L’Italia nella guerra mondiale, vol. I, la crisi
                 del luglio 1914, la neutralità e l’intervento, pp.157-196.
             40  San Giuliano ad Avarna e Bollati, 31 luglio 1914, DDI, ivi, d.822.
             41  San Giuliano a molte ambasciate, 1° agosto 1914, ivi, d.829.
             42  San Giuliano a Merey, 2 agosto 1914, DDI, serie V, vol.I, d.1.
             43  San Giuliano ad Avarna, 2 agosto 1914, ivi, d.2.
             44  V. per tutti Stevenson, op.cit., pp.45-46. Sul giudizio italiano v. anche A. Salandra, la neutralità
                 italiana… p.76
             45  P. Pastorelli, La politica estera italiana 1915-1925 in Id., Dalla prima…, cit., pp.67-92, in par-
                 ticolare p.70.
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