Page 18 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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18         la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             “l’intesa cordiale” con la Francia, ha chiesto al suo collega francese, Foch, poi
             destinato a una folgorante carriera: “qual è il numero minimo di soldati inglesi che
             dovrebbero venire in Francia per esservi davvero d’aiuto?” Foch ha risposto: “Un
             solo soldato inglese; e noi faremo in modo che venga ucciso”. Ma come si vide
             allora, non fu necessario nemmeno quello: perchè i tedeschi avevano deciso che
             dovevano invadere il Belgio.
                All’ultimo momento, in verità, qualcuno a Berlino si preoccupa di come reagi-
             ranno gli inglesi, e il 29 luglio il kaiser e il cancelliere Bethmann-Hollweg pren-
             dono una decisione cruciale, che sarà poi giudicata concordemente la decisione
             più stupida di tutto quel periodo fatale: scrivono al governo inglese garantendo
             che in caso di guerra con la Francia non avanzeranno rivendicazioni territoriali,
             e che se l’esercito tedesco fosse costretto a invadere il Belgio, lo sgombrerà alla
             fine della guerra, purchè i belgi non si mostrino ostili. I tedeschi lasciano balenare
             la possibilità di un accordo tra Germania e Inghilterra per spartirsi il mondo, alle
             spalle delle altre potenze. Questa incredibile comunicazione, che tradisce la più
             completa ignoranza della mentalità inglese, viene accolta a Londra con costerna-
             zione: la Germania, in pratica, dichiara di essere decisa comunque alla guerra e,
             quel che è peggio, confessa l’intenzione di violare la neutralità belga.
                Alle avances tedesche Londra risponde freddamente che non se ne parla nep-
             pure, e che l’Inghilterra conferma la garanzia data al Belgio. A Berlino questa
             risposta provoca una reazione incontrollata. Il kaiser annota sul telegramma che
             Grey, ministro degli Esteri inglese, è “una volgare canaglia”, che gli inglesi sono
             dei farabutti, e sentenzia che “l’Inghilterra si assume ora l’intera responsabilità di
             una guerra mondiale”. I politici tedeschi in preda al panico hanno la sensazione
             di essere vittime di un meccanismo infernale che va avanti da solo verso l’abisso.
             Bethmann-Hollweg ammette sconsolato in consiglio dei ministri: “tutti i governi,
             compreso quello russo, e la grande maggioranza dei popoli erano per se stessi
             pacifici; ma il sasso ha cominciato a rotolare...”
                All’ambasciatore tedesco in Belgio, von Below-Saleske, viene consegnato un
             plico sigillato proveniente da Berlino, con l’ordine di non aprirlo prima di riceve-
             re conferma telegrafica. Below-Saleske è un diplomatico di carriera che scherza
             volentieri affermando di portare sfortuna: era in Cina allo scoppio della rivolta dei
             boxers, in Turchia quando scoppiò la rivoluzione dei Giovani Turchi. Ma ora, è
             solito concludere, posso stare tranquillo: a Bruxelles non succederà mai nulla...
                Il 1° agosto la Germania, sotto la pressione dei militari che vogliono dare il
             via ai loro piani per guadagnare tempo prezioso, dichiara guerra alla Russia: è la
             prima dichiarazione di guerra fra grandi potenze, dopo che il 28 luglio l’Austria ha
             dichiarato guerra alla Serbia. Ma c’è ancora spazio per un equivoco grottesco. Alle
             17 arriva a Berlino un telegramma dell’ambasciatore tedesco a Londra, principe
             Lichnowsky: l’ambasciatore riferisce d’urgenza che Grey gli ha chiesto di andare
             a trovarlo quella sera, e a lui, Lichnowsky, è sembrato di capire che l’Inghilterra
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