Page 21 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             apertura dei lavori

             Prof. Professor antonello Folco BiaGini    1





             La Grande Guerra
                  a guerra del 1914-1918, ini-
             L ziata come conflitto “locale”
             tra Austria-Ungheria  e  Serbia, in
             breve tempo aveva assunto la con-
             notazione  di  un  conflitto,  prima
             europeo e poi mondiale.  Con la
             sua conclusione,  che si chiudeva
             con la  vittoria  dei paesi  dell’In-
             tesa, bisognava porre in essere i
             trattati di pace che avrebbero do-
             vuto  risolvere  le  questioni  sorte
             in seguito alla caduta dei quattro
             grandi Imperi necessarie per procedere al riassetto degli equilibri politici e della
             società civile. Le terribili conseguenze del conflitto si mostrano di estrema gravità
             in tutto il contesto europeo, in cui tensioni ideali ed egoismi particolari avevano
             generato il coinvolgimento di nazioni e di popoli che si erano trovati ad affrontare
             difficoltà di ogni tipo, risorse finanziarie per gli armamenti, ricerca di materie
             prime, armi, attrezzature industriali, braccia da impiegare nelle fabbriche, incet-
             ta di beni alimentari. La guerra aveva sconvolto ogni equilibrio internazionale,
             politico ed economico e nei paesi interessati il principio dell’autodeterminazione
             dei popoli rischiava di innescare nuovi, sanguinosi contrasti e creava gravi ten-
             sioni sociali. La guerra “moderna” aveva impiegato mezzi avanzati, frutto della
             nuova tecnologia, motori per i mezzi pesanti e per la prima aviazione, munizioni
             e proiettili, centrali elettriche, strumenti di precisione, mimetizzazioni, insomma
             una serie di strumenti finalizzati a prevalere sul nemico che prevedevano, oltre
             all’avanzamento tecnico, soprattutto una grande quantità di risorse economiche.
             Contro un tale impegno finanziario si era levata la voce di quanti avevano con-
             siderato improduttiva la spesa militare sia per motivi ideologici che per ragioni
             storiche, come nel caso italiano in cui, a causa dello sviluppo storico della nazio-
             ne, il legame che univa gli individui allo Stato non era un legame particolarmente
             forte e dunque le decisioni prese dalla classe politica suscitavano diffidenza e


             1   Prorettore dell’Università Sapienza di Roma, Prof. ordinario di Storia dell’Europa orientale.
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