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182 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
struire la propria macchina, che realizzò da solo nella abitazione di famiglia nella
campagna emiliana.
Il successo del primo esperimento, benché accompagnato da un certo clamore,
non riscontrò un concreto interessamento da parte dello Stato italiano, che rifiutò
attraverso il Ministero delle Poste il brevetto offerto. Sarà il Post Office di Lon-
dra, ed il suo ingegnere capo, Sir William Preece, ad offrire a Marconi mezzi per
proseguire, e su maggiore scala, i suoi studi, fino alla prima trasmissione oltreo-
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ceano .
Solo nei primi anni del Novecento l’Italia, nella fattispecie dell’Esercito e della
Marina Militare, poté fornire a Marconi, dopo molte esitazioni, i mezzi per poter
applicare i suoi studi alle esigenze militari del Paese. Lo scienziato sperimentò
infatti a partire dal 1903 la trasmissione e la ricezione radiotelegrafica da stazioni
mobili e persino da aeroplani. Nel corso della guerra italo-turca, con la colla-
borazione di un brillante ufficiale, versato negli studi matematici, Luigi Sacco,
Marconi curerà l’intera rete delle comunicazioni italiane in Libia. Lo stesso Sacco
sarà alcuni anni dopo il padre della moderna crittografia, ovvero della codifica,
e decodifica, delle comunicazioni radio, un campo nel quale l’Italia può vantare
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ancora oggi una eccellente tradizione .
Il progresso scientifico nei primi decenni dell’Italia Unita si sviluppò secondo
linee che non è facile comprendere del tutto. Lì dove le scienze matematiche ed in
parte quelle fisiche ricevono una spinta in avanti, mediocre è invece il progresso
della chimica, della meccanica, della medicina. Anche in presenza di studiosi di
genio, il sistema-paese, come oggi lo si definirebbe, tarda a comprenderne le po-
tenzialità, o si trova nelle condizioni di non poterle sfruttare.
Sarebbe erroneo tuttavia ridurre tutto alla semplice esiguità di mezzi materiali
di un Paese ricco di genio. Si tratta di un semplicismo piuttosto retorico che può
tradursi anche in un alibi per tutte le occasioni perdute, e per quelle che si perde-
ranno.
È fuor di dubbio infatti che a partire dal XIX secolo esista in tutto il mondo un
legame fra la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico-industriale, e l’insegna-
mento universitario quale non era mai esistito prima.
L’economia industriale pone i problemi e fornisce le risorse per le ricerche che
la scienza deve affrontare. Le università sono appunto i luoghi dove devono essere
formati coloro che a queste ricerche devono attendere. Le risorse che una nazione
dedica all’insegnamento universitario saranno dunque proporzionali alle necessità
10 A. Carugo, F. Mondella, Lo sviluppo delle scienze e delle tecniche in Italia dalla metà del XIX
secolo alla Prima guerra Mondiale; in: AA. VV., Nuove questioni di storia del Risorgimento e
dell’Unità d’italia, p. 452-457.
11 E. Cecchini, Tecnologia e arte militare, Roma, USSME, 1997, pp.

