Page 243 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             Alcune considerazioni
                Se è vero che il primo volo del più pesante dell’aria è datato al 17 dicembre
             1903, è anche vero che di significato “militare” dell’aviazione si può parlare solo
             a partire dal 1908, anno in cui la trasvolata della Manica da parte di Louis Blériot
             e i risultati ottenuti dai partecipanti al circuito aereo di Reims avevano dimo-
             strato che il velivolo era qualcosa di più di un’attrazione da fiera. L’interesse si
             era consolidato con le grandi manovre condotte dalle principali potenze europee
             all’inizio del decennio successivo ed era poi esploso con l’impiego che del mezzo
             aereo era stato fatto in Libia ed anche nei Balcani. Anche in Italia, che in questi
             sviluppi aveva avuto un ruolo importante, erano stati avviati dei programmi di po-
             tenziamento dei cosiddetti “servizi aeronautici”, sia pure ipotizzando un impiego
             di queste macchine finalizzato soprattutto alla ricognizione. Da questo punto di vi-
             sta la situazione non era però diversa da quella delle altre principali potenze euro-
             pee, tanto è vero che solo conflitto durante accanto alla ricognizione si sarebbero
             sviluppate le specialità della caccia e del bombardamento, portando entro il 1918
             a definire compiutamente il concetto di potere aereo in tutte le sue manifestazioni
             ed a consolidare una specifica competenza ambientale. Gli avvenimenti dell’esta-
             te e dell’autunno del 1914 avevano anche portato ad accelerare le iniziative per
             l’attivazione di una specialità “d’artiglieria” facendo tesoro di una delle lezioni
             che venivano dal fronte occidentale. Non si può quindi dire che la situazione so-
             stanzialmente deficitaria dell’aviazione italiana nel maggio del 1915, includendo
             in questa accezione anche l’aviazione navale, fosse dovuta al conservatorismo ed
             allo scetticismo delle gerarchie militari. A determinarlo era invece di sussistere di
             altre o più pressanti esigenze, come la modernizzazione dell’artiglieria da cam-
             pagna, l’impatto dell’“esigenza Libia” e le carenze di una base industriale che
             doveva ancora superare la dimensione artigianale se non amatoriale. Già un anno
             dopo, nonostante nel quadro complessivo le luci non possano far dimenticare le
             ombre, l’aviazione italiana sarebbe stato in grado di affermare la propria supe-
             riorità, portando alla logica conseguenza l’insieme dei provvedimenti avviati nel
             1915, ma questa è un’altra storia.



             Nota bibliografica: per un approfondimento si suggeriscono, tra molte altre, le seguenti
                pubblicazioni:
             Di Martino B., Ali sulle trincee. Ricognizione tattica ed osservazione aerea nell’aviazio-
                ne italiana durante la Grande Guerra, Ufficio Storico Stato Maggiore Aeronautica,
                Roma, 1999.
             Di Martino B., I dirigibili italiani nella Grande Guerra, Ufficio Storico Stato Maggiore
                Aeronautica, Roma, 2005.
             Di Martino B.. Cappellano F., Marcuzzo B., Gli artigli delle aquile. L’armamento aereo
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