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252        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             era prevista la partecipazione alla guerra con reparti mobilitati.
                Le altre norme che completarono l’ambito assetto militare furono emanate ne-
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             gli anni successivi: nel 1908  fu esteso alla Guardia di Finanza il regolamento di
             disciplina militare per l’Esercito, quello sullo stato dei sottufficiali e le norme
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             sul trattamento economico e pensionistico degli ufficiali; nel 1913  fu aumentato
             l’organico, fu disposta l’articolazione dei marescialli in tre gradi (maggiore, capo
             e ordinario), furono estese le norme dell’Esercito allo stato giuridico degli ufficiali
             ed infine fu stabilita la soggezione del personale alla legge militare anche in tempo
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             di pace: per ultimo nel 1914  fu disposta la perfetta equiparazione e reciprocità nei
             riguardi penali e disciplinari con il Regio Esercito e la Regia Marina.
                Contemporaneamente, a suggello di questo lungo iter, Re Vittorio Emanuele
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             III concedeva la bandiera di guerra  alla Guardia di Finanza “conforme a quella
             adottata per i reggimenti di fanteria”, che veniva consegnata solennemente al Co-
             mandante Generale il 7 giugno del 1914, in occasione delle cerimonie per la festa
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             dello Statuto .
                Durante l’iter di riconoscimento della militarità del Corpo era intervenuta la
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             con un piccolo contingente. Nel clima di grande entusiasmo che aveva caratte-
             rizzato l’inizio dell’impresa, episodi anche modesti avevano avuto nell’opinione
             pubblica notevole rilievo, con riflessi anche mediatici. Le gesta di un tenente e dei
             suoi finanzieri di mare allo sbarco di Ras Makbez ebbero sulla prima pagina del
             “Giornale d’Italia” del 16 aprile 1912 lo stesso spazio attribuito all’affondamento
             del Titanic. La bandiera non era stata ancora consegnata alla Guardia di Finanza,
             cosicché non si ebbero decorazioni collettive, ma il Ministero della Guerra aveva
             largheggiato in ricompense individuali, e quello delle Finanze in promozioni per
             merito di guerra.
                Anche per questa buona prova durante il conflitto, i vertici militari iniziarono
             ad attribuire all’impiego bellico del Corpo un valore non soltanto simbolico, per
             cui, una volta concluso il processo di militarizzazione, intorno alla prospettiva di
             impiego di reparti della Guardia di Finanza in guerra si erano diffuse aspettative
             diffuse, non solo nell’ambiente dell’Esercito.
                La crisi internazionale del 1908, sorta a seguito dell’annessione all’Austria
             della Bosnia Erzegovina, accelerò il lavoro degli Stati Maggiori delle grandi po-
             tenze per aggiornare le pianificazioni di guerra ed implicò, per quello italiano,



             3   Legge 12 luglio 1908 n. 427.
             4   Legge 5 giugno 1913, n. 550.
             5   RDL 24 dicembre n. 1409, convertito nella legge 21 dicembre 1916 n. 1777.
             6   RD 2 giugno 1911 n. 325.
             7   L. Luciani, La bandiera della Guardia di Finanza, Ente Editoriale per il Corpo della G.diF.,
                 Roma 2014, pag. 20-21.
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