Page 255 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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             di Roma, Maddaloni, Bari e Palermo avrebbero inquadrato 3 battaglioni ciascuno.
                Tuttavia si procedette a rilento e solo dopo la firma del patto di Londra (27
             aprile 1915) le attività di mobilitazione furono intensificate; il 15 ed il 23 maggio
             i reparti furono fatti affluire verso le zone di radunata. Non vi fu peraltro tempo
             per una sia pur minima attività di addestramento e di amalgama dei battaglioni.
                Il 22 maggio fu proclamata la mobilitazione generale ed il personale in servizio
             doganale alle frontiere fu ritirato e destinato ai “distaccamenti speciali”.
                Data la loro natura di guardiani della frontiera i finanzieri furono i primi ad
             operare all’inizio della guerra. Nelle ultime ore del 23 maggio (le ostilità doveva-
             no iniziare alle ore zero del 24) due finanzieri, Costantino Carta e Pietro Dall’Ac-
             qua, sorpresero una pattuglia di guastatori austriaci che tentavano di far saltare il
             ponte di Brazzano sullo Judrio, il fiume che segnava il nostro confine orientale
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             del 1866, e li ricacciarono con perdite con un ben concentrato fuoco di fucileria .
                Ancor prima, nel pomeriggio del 23, la motobarca che portava la comunica-
             zione dello stato di guerra al distaccamento della foce dell’Aussa fu fatta segno
             a spari dalla dogana austriaca, ai quali il comandante dell’imbarcazione rispose
             coraggiosamente. L’episodio di Brazzano assunse da subito un significato simbo-
             lico superiore alla sua rilevanza militare e passò alla storia come il “primo colpo
             di fucile della grande guerra”.
                I “distaccamenti speciali” entrarono immediatamente in azione, alla testa dei
             reparti  dell’Esercito  che  avanzavano  nel  territorio  lasciato  libero  dall’Esercito
             asburgico che si stava ritirando sulle posizioni retrostanti robustamente fortificate.
                Allenati alla vita di montagna e perfetti conoscitori del terreno i finanzieri par-
             teciparono con gli alpini del battaglione Edolo a numerose azioni di pattuglia e
             colpi di mano in territorio nemico, mentre i colleghi della brigata di Edolo effet-
             tuarono ardite puntate fin oltre le linee austriache. In Val Calamento, oltre il con-
             fine austriaco, cadde eroicamente il maresciallo Gaetano Pizzighella, comandante
             della brigata di Enego. Il distaccamento, istituito in alta Val Cordevole, occupò
             nei primi giorni di guerra il passo Ombrettola, nel gruppo della Marmolada, ove
             continuò ad operare per oltre un anno, divenendo un reparto specialistico di alta
             montagna, al comando dell’Aiutante di Battaglia Armando Amici, che divenne
             poi il militare con il maggior numero di decorazioni del Corpo.
                Piccoli episodi, indubbiamente, ma i cui modesti protagonisti, “vedette inson-
             ni del confine”, come ricorda l’epigrafe eretta sul ponte di Brazzano, sia sulle
             frontiere terrestri, sia sul mare, iniziarono di fatto le ostilità tra l’Italia e l’Impero
             asburgico.
                Il battesimo del fuoco toccò ben presto anche ai battaglioni mobilitati. Il primo
             fu il XVII, costituito a Roma per operare a protezione delle coste ed impiegato in-
             vece da subito in Val Lagarina per partecipare in avanguardia delle truppe coman-


             11  P.P. Meccariello, Storia della Guardia di Finanza, Le Monnier, Firenze, 2003, pag. 117.
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