Page 258 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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258 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
zione statale, cui venne affidata, in particolare “l’attuazione della politica di difesa
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delle classi popolari” .
In tale ottica anche ai prefetti, definiti sprezzantemente dalla sinistra come
“vecchi arnesi della politica crispina”, furono richieste nuove competenze per
espletare funzioni di controllo e di mediazione nei conflitti sociali .
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Ma anche quando i prefetti si sentivano disposti a collaborare, un grave osta-
colo limitava sempre la portata delle loro iniziative: l’esiguità del personale di
pubblica sicurezza , sia funzionari che agenti, di cui potevano disporre.
Fermamente convinto dell’impossibilità di impartire norme generali valide per
tutte le 69 prefetture del Regno a causa delle profonde differenze che presenta-
vano le situazioni non soltanto da regione a regione, ma spesso da provincia a
provincia, Giolitti fu accorto nel praticare una politica “empirica”.
Il rigido controllo sull’operato dei prefetti unito all’invio di rinforzi in quantità
cui si accompagnava la raccomandazione di farne uso il meno possibile, solo in
caso di necessità e dopo aver tentato le via della conciliazione, finirono per esse-
re i più efficaci mezziper assicurare l’ordine pubblico, la libertà di sciopero e la
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libertà di lavoro .
Nell’età giolittiana, per quanto riguarda nello specifico la Polizia, si ebbe il raf-
forzamento e la stabilizzazione della Direzione Generale della Pubblica Sicurezza
(d’ora in poi abbreviato P.S.), al cui vertice venne confermato il Comm. Francesco
Leonardi fino al 1911.
Fu Lui a dare impulso al vasto campo della prevenzione, al potenziamento e al
rinnovamento degli strumenti di polizia soprattutto nei settori della polizia scien-
tifica, dell’antropologia criminale e della sorveglianza sugli anarchici, in partico-
lare, anche in territorio straniero, grazie alla costituzione di una fitta rete di polizia
politica operante presso le ambasciate e i consolati italiani all’estero e dipendente
dall’Ufficio Riservato del Gabinetto del Direttore Generale della P.S. .
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In questo periodo operoso di riordinamento della Pubblica Sicurezza si verificò
un ritorno di attenzione per la tenuta regolare degli archivi da cui la Polizia non
poteva prescindere se voleva assicurarsi la disponibilità dei precedenti e la buona
organizzazione delle informazioni.
A tal fine, nel 1903 fu emanato il Regolamento per la tenuta degli archivi
delle questure e avviata la revisione e la riorganizzazione dello “Schedario dei
5 G. Tosatti, Storia del Ministero dell’Interno, Bologna, Il Mulino, 2009, pp. 115-117.
6 A. Mirra, L’età giolittiana, cit. p. 217.
7 Più ampiamente in F. Fiorentino, Ordine pubblico nell’Italia giolittiana, Roma, Edizioni Care-
cas, 1978.
8 M. Canali, Le spie del regime, Bologna, Il Mulino, 2004 pp. 16-18.