Page 277 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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IV SeSSIone - l’ItalIa mIlItare 277
“La situazione internazionale impone al governo di mantenere a qua-
lunque costo la pace interna. Chi istiga a disordini o vi partecipa si rende
reo di tradimento verso la Patria. Ogni opinione politica potendo libera-
mente e legittimamente manifestarsi in Parlamento, non è ammissibile che
assembramenti tumultuoso tentino di influire sull’indirizzo della Politica
del Paese…. Se, nonostante il divieto, i promotori persistessero nel propo-
sito di adunarsi, trasmetta immediatamente la direzione della pubblica sicu-
rezza all’autorità militare con l’incarico di impedire qualunque tentativo di
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disordine” .
Il 19 maggio le manifestazioni contro la guerra si risolveranno senza gravi con-
seguenze. In molti centri si registra una calma assoluta o secondo il linguaggio
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dei prefetti l’ordine pubblico si mantiene “perfetto” .
Il fermo contegno delle autorità di P.S., la minaccia del passaggio dei poteri
all’autorità militare, a volte l’arresto di qualche manifestante, eviteranno o stron-
cheranno sul nascere le manifestazioni contro la guerra.
In complesso la giornata pacifista del 19 maggio si chiuderà con un bilancio
positivo per il governo. L’impronta delle dimostrazioni restava molto debole, si
trattava di un moto, disordinato e spontaneo, di avversione alla guerra in cui ope-
ravano sentimenti elementari privi però di guida politica.
Dopo alcuni incidenti avvenuti a Firenze il 24 maggio, Salandra darà direttive
ai prefetti di operare arresti preventivi pur di garantire l’ordine.
A conferma dei provvedimenti straordinari in materia di P.S. emanati dal go-
verno la sera del 23 maggio si riportano le affermazioni che il Presidente del Con-
siglio rivolse al prefetto di Firenze il 23 maggio:
“Non si possono e non si debbono in questo momento proibire manifesta-
zioni patriottiche, si deve invece impedire assolutamente se occorre con la
forza che esse siano oppresse o disturbate”.
La fermezza era naturalmente necessaria ma essa diventava fine a sé stessa
ed anzi non s’ispirava neppure più agli schemi tradizionali dello “Stato liberale”,
severamente imparziale, come lo stesso Salandra aveva talvolta vagheggiato.
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Dopotutto, “un governo di guerra non può essere un governo libero” .
49 (Ufficio C.T., partenza vol. 15-25 maggio , T. 16117). Il testo della circolare è tratto da B. Vigez-
zi, Da Giolitti a Salandra, cit., p.191.
50 Tentativi di sciopero si registrano: il 19 maggio a Livorno, a Mantova e Parma; il 20 maggio
nella provincia di Bologna, a Genova, a Firenze, a Ravenna, a Sondrio, a Pesaro, a Modena (con
19 arresti), a Como, a Ferrara e a Cremona; il 21 maggio ad Alessandria; il 30 maggio ad Ancona
(con 16 arresti).
51 Si veda A. Salandra, L’intervento, cit., p. 309. Ivi anche l’ammissione che “gli ultimi giorni di
maggio…furono.. giornate di idillio nazionale, in buona parte sincero, in qualche parte imposto
o subito”, ma – aggiunge subito Salandra –“ non era da illudersi circa la necessità di governare
all’interno con polso saldo e con ampie facoltà” (p. 131).