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274 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
Cartolina neutralista: due delle «tre grazie»
non sono proprio tali e tengono a distanza
l’Italia
gruppi di interventisti. La fidu-
cia nel governo fu tutt’uno col
desiderio della partecipazione al
conflitto e affondò le sue motiva-
zioni in una più ampia solidarietà
politica con una vistosa componen-
te antigiolittiana.
Diversa fu la situazione al centro e
al nord della Penisola. La polemica per la
neutralità e per la guerra avevano già provo-
cato divisioni abbastanza nette.
Le classi popolari, i contadini, gli operai, gli artigiani, sia pure per via mediata
ed indiretta, e con eccezioni molto estese, appaiono politicamente orientati.
In queste zona d’Italia opera il legame delle masse con l’organizzazione catto-
lica e quella socialista.
Rispetto alla situazione descritta dai prefetti sullo stato dello spirito pubblico e
inviata a Salandra nelle seconda metà di aprile, la situazione appare mutata.
Nelle Marche le manifestazioni dei gruppi interventisti urtavano sovente nella
reazione dei neutralisti. Determinante si rileva l’intervento della forza pubblica
che fa si che il “fermento per le due tendenze non degeneri in scontri violenti” .
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Anche in Umbria i contrasti tra interventisti e neutralisti sono frequenti con taf-
ferugli e violenze dal sapore teppistico e contro persone isolate di parte neutrali-
sta. In Toscana, ove la tendenza neutralista è più marcata, i prefetti segnalano vari
incidenti tra studenti e operai che costringono la forza pubblica ad intervenire.
Il 16 aprile a Livorno si rinnovano i tentativi di dimostrazioni neutraliste, im-
pedite dalla forza pubblica. A capeggiarle sono gli anarchici e i social-rivoluziona-
ri, appoggiati da un gran numero di donne che ricorrono ad una violenta sassaiola.
Tuttavia, la forte spinta neutralista non riesce a tradursi in un’iniziativa politica
che sia, anche minimamente collegata, alla dimissioni del governo.
46 B. Vigezzi, Da Giolitti a Salandra, cit. , p. 165.