Page 278 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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278        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



                La figura del Presidente del Consiglio è ben tratteggiata da Antonio Casanova:
                   “Salandra è un uomo dagli atteggiamenti professionali, nei modi cortese
                   e distaccato ad un tempo, portato ad isolarsi spesso, tanto che i ministri lo
                   vedono raramente. Ha voluto essere capo per i tempi di guerra, ma si rivela
                   statista per i tempi di pace, dominato dagli eventi più di quel che faccia
                   credere quella sua gravità nel tratto e nei movimenti della persona. Tutti
                   guardano con timore non disgiunto da rispetto a questo uomo piccolo, dalle
                   ampie spalle quadrate, freddo e compassato. Con quella sua voce cupa, da
                   basso, e con quel viso sempre serio e triste, si è acquistato persino la fama
                   di iettatore”. 52



             Grande Guerra, piccola Polizia
                Lo scoppio della “Grande Guerra” colse la Pubblica Sicurezza non adeguata-
             mente preparata a tutelare la sicurezza del Paese nello stato di guerra.
                Diversi furono i fattori che portarono a questa condizione di precarietà che
             neppure le frequenti modificazioni introdotte negli organici della P.S. e i seppur
             modesti incrementi di fondi per essa stanziati erano riusciti a scongiurare fino a
             quel momento.
                Al malcontento generale del personale della P.S., dettato dal mancato ricono-
             scimento dei più basilari diritti, già riconosciuti agli altri impiegati dello Stato ,
                                                                                   53
             si aggiungeva la necessità di una più razionale organizzazione dei servizi di P.S.,
             ricorrentemente invocata nei dibattiti parlamentari (per poi essere puntualmente
             disattesa sul piano normativo dal Governo in carica), sull’onda emotiva di scan-
             dali o di gravi deficienze verificatesi nei servizi di ordine pubblico, come nel caso
             ultimo dell’attentato alla vita del Re, compiuto a Roma da Antonio D’Alba il 14
             marzo 1912.
                Vi era, poi, la mancanza cronica di personale ben addestrato, pronto e pre-
             parato a concorrere, oltre che all’ordinario servizio di istituto, alle straordinarie
             incombenze finalizzate al controllo del “nemico interno” e alla gestione di tutti i


             52  Antonio G. Casanova, Storia popolare dell’Italia contemporanea. Gli anni della guerra 1915-
                 18, Bologna, Cappelli Editore, 1970, p. 39.
             53  Con la partecipazione italiana al Primo conflitto mondiale le proteste ed il malcontento
                 all’interno della P.S. subirono una diminuzione. È’ plausibile pensare, come ha scritto Dun-
                 nage, che per molti uomini i sacrifici richiesti dalla permanenza nella P.S. divennero mag-
                 giormente sopportabili per via dello sforzo generale del Paese per la guerra e se paragonati
                 alla ancor più dura vita nelle trincee (cfr.) Dunnage: «If during the war years many people
                 had seen enrolment in the Guardie di Città as a confortable alternative to the tranches, and
                 could tolerate disciplinary regulations, long and tiring shifts and low pay, the coming of
                 peace totally changed [their point of view]» cit in J. Dunnage, the italian Police and the
                 rise of Fascism, cit., p. 88.
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