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322 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
sibilizzarlo verso temi nazionalisti e irredentisti abbandonando la simpatia verso
la Germania e l’Austria-Ungheria. Numerosi articoli attaccarono duramente le
posizioni dei socialisti sottolineando la «sconfitta del socialismo e del suo conte-
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nuto internazionale» , e deridendoli come «rane gracchianti nel fango», «rane da
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pantano» , soprattutto incapaci di volere il bene della Patria: «a voi basta il quieto
vivere e dei confini d’Italia ve ne lavate le mani» .
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Mentre si stimolavano i lettori al rispetto e alla fiducia delle istituzioni, i ter-
mini accesi contro i socialisti servirono anche per esaltare temi nazionalisti ed
interventisti. Accanto ad una fiducia ferma e incrollabile nei confronti della guerra
intesa come rinascita, «la guerra abbatte, dirocca e frantuma ma sulle sue rovine si
sono sempre visti sorgere edifici più belli» , il periodico prese le difese dell’irre-
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dentismo esaltando la conquista di Trento e Trieste come necessaria conclusione
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dell’«opera santa del nostro Risorgimento» ; l’Italia doveva «unire a sé tutti i suoi
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figli irredenti e compiere l’opera dei padri» .
Con la dichiarazione di guerra all’Austria-Ungheria il periodico aprì alcune
rubriche di sensibilizzazione come “Lettere dal fronte” e “Saluti dei soldati”.
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In quegli spazi si diffondevano le lettere di giovani combattenti del Cicognini
al rettore Giorgi. Erano scritti carichi di retorica interventista e nazionalista e ri-
flettevano l’entusiasmo espresso nei primi mesi di guerra da migliaia di giovani
soldati italiani. Tra il maggio e l’agosto 1915, La Patria ebbe come corrispondente
di guerra Curzio Malaparte, ex studente del Cicognini.
Accanto a queste rubriche dal maggio 1915 iniziò a pubblicare una serie di
poesie e scritti satirici contro l’Imperatore di Austria e Re di Ungheria:
«disgraziato monarca che inaugurò la sua gioventù con le vendette con-
tro i patrioti italiani e ancora da vecchio esso si compiace mentre espone il
suo popolo a inutili guerre per salvare la sua pericolante sovranità» .
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35 Il fallimento dell’internazionale, La Patria, 13 settembre 1914.
36 Attesa con fede, La Patria, 23 maggio 1915.
37 Gioia poco lieta, La Patria, 2 maggio 1915.
38 A proposito dei comizi pro e contro la guerra, La Patria, 28 febbraio 1915.
39 Attesa con fede, La Patria, 23 maggio 1915.
40 La politica del momento, La Patria, 21 marzo, 1915.
41 Una rubrica con lo stesso scopo, “Lettere dal Trentino”, era già presente in “La Patria” dal mar-
zo 1915.
42 A Francesco Giuseppe, La Patria, 30 maggio 1915.