Page 318 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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318        la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



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             da un «ricettacolo di anarcoidi alcoolici e cretini» , “L’Amico del Popolo” invece
             concentrò la sua attenzione sulla distruttiva influenza che i «tribuni della demago-
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             gia rossa»  avevano sulle masse popolari.
                Nonostante il sostegno dato alle proteste popolari, con l’entrata dell’Italia nel
             conflitto “Il Lavoro” si uniformò alle posizioni prese dal partito socialista adot-
             tando la politica del né aderire né sabotare. Dal maggio 1915 iniziò a pubblicare
             numerosi articoli a favore delle famiglie dei richiamati; dette spazio alla censura
             verso i nazionalisti pratesi che avevano tentato di evitare la chiamata alle armi.
             Critiche severe furono lanciate anche ad associazioni e iniziative promosse dal
             Convitto Nazionale Cicognini «focolare d’odi politici ove la massoneria e la rea-
             zione tengono le loro conventicole» .
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             Raccogliamoci nel silenzio della nostra casa per tenerci pronti
                Come è facile intuire anche “L’Amico del popolo”, fin dall’agosto del 1914,
             adottò una linea di condanna della guerra; coerente con il pensiero cattolico con-
             centrò l’attenzione sulla durezza e sulla distruttività di ogni conflitto: «Sulla vec-
             chia Europa incombe -terribile minaccia- il flagello della guerra, e di una guerra di
             cui si misurano con orrore le possibili proporzioni e conseguenze» .
                                                                        20
                Nei primi mesi il periodico ribadiva un ideale di neutralità totale che non dove-
             va essere minata dalle richieste e dalle proposte degli stati belligeranti: «i doveri
             della neutralità ci impongono di rifuggire da ogni sentimentalismo […] non pre-
             stiamo l’orecchio alle nuove lusinghe che vengono dall’estero» .
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                A differenza de “Il Lavoro”, il periodico cattolico condivise esplicitamente le
             decisioni del governo Salandra e, seppure in toni assai diversi dal periodico socia-
             lista, attaccò le posizioni nazionaliste ritenendo che:
                      «gli  orrori  della  carneficina,  il  selvaggio  accanimento  e  l’esterminio
                   di  tante  giovani  vite  umane,  non  debbono,  dunque,  offrire  nessun  moti-
                   vo di considerazione, né temprare per nulla le infatuazioni guerresche dei
                   nazionalisti» .
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                Questa contrarietà alla guerra non impedì a “L’Amico del Popolo” di consi-
             gliare, fino dall’agosto 1914, di tenersi pronti a rispondere alla chiamata della
             Nazione qualora il bene o la salvezza d’Italia fossero messi in discussione: «rac-



             17   Dopo la bufera, La Patria, 25 aprile 1915.
             18   L’origine e il significato di una protesta, L’Amico del popolo, 24 aprile 1915.
             19   Cicognini, Il Lavoro, 18 maggio 1915.
             20   La spada di Damocle, L’Amico del Popolo, 1 agosto 1914.
             21   la causa della pace, L’Amico del Popolo, 18 agosto 1914.
             22   la neutralità dell’italia, L’Amico del Popolo, 29 agosto 1914.
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