Page 323 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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Workshop giovani ricercatori                                        323



             Conclusioni
                I tre periodici che abbiamo esaminato mostravano una sostanziale vicinanza
             alle posizioni assunte dai maggiori quotidiani e periodici nazionali a loro politi-
             camente affini. Ma la vera peculiarità fu che quelle posizioni erano significativa-
             mente condizionate dal clima mutevole di una comunità relativamente piccola ma
             vivace come quella pratese. In essa la dimensione industriale e le stratificazioni
             sociali sembravano enfatizzare il confronto politico che fino dai primi anni del
             900 mostrava rapidi inasprimenti. Era il clima prodotto da una classe operaia in
             ascesa, gruppi dirigenti prevalentemente vicini agli ambienti conservatori, si pensi
             all’elezione del Guarducci come sindaco, e da una forte presenza dei cattolici in
             tutti gli strati sociali.
                La stampa pratese ebbe un ruolo significativo nel porre a confronto idee ed
             aspirazioni diverse riuscendo a essere l’espressione di una popolazione dinamica.
             Rispetto alle testate nazionali, “La Patria”, “L’Amico del Popolo” e “Il Lavoro”
             seppero interpretare le complesse tensioni cittadine ed ebbero una forte presa sulle
             diverse componenti politiche e sociali della città. Si potrebbe dire che i tre periodi-
             ci ebbero il merito di aver contribuito allo sviluppo della cultura politica cittadina.
                Il dibattito tra interventismo e neutralità occupò molte pagine dei tre periodici;
             furono vere e proprie battaglie mediatiche che si trasferirono alla popolazione,
             provocando scontri di piazza e tensioni di proporzioni che si videro in poche città
             d’Italia .
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                In occasione dello sciopero del 12 aprile 1918 Benito Mussolini dalle pagine
             del “Popolo d’Italia” tuonò:
                      «Prato non è Italia. Prato è in Italia soltanto per un capriccio della geo-
                   grafia e della storia. […] La popolazione minuta di quella città, alle porte di
                   Firenze, è, come in tutte le altre zone d’Italia, piuttosto lontana dal grande
                   dramma  mondiale,  ma  non  è  ostile.  Nelle  maestranze  industriali,  accan-
                   to alla massa degli indifferenti, c’è un manipolo di socialisti tedeschi che
                   fanno la pioggia e il bel tempo, le classi medie e colte, sono naturalmente
                   con noi, ma non possiamo reagire colla necessaria violenza all’ambiente.
                   […] On. Orlando, voi dovete essere grato ai mutilati milanesi che hanno
                   fatto scoppiare un bubbone pericolosissimo, nel cuore della Toscana. E in
                   tempo! Voi potete, voi dovete riconquistare Prato all’Italia, spazzando via
                   spietatamente quella mezza dozzina di ridicoli massimalisti che vi imper-
                   versano e prendono misure estreme di rigore contro le autorità che da voi
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                   dipendono» .


             43  C. Caponi, La lotta politica e sociale: L’amministrazione comunale, i partiti politici, i conflit-
                 ti sociali e di gruppo (1887-1943), in G. Mori (a cura di), Prato storia di una città, il tempo
                 dell’industria (1815-1943), Prato, Comune di Prato, Le Monnier, 1988, vol. III, p.1360.
             44   B. Mussolini, Prato è in Italia?, Il Popolo d’Italia, 21 aprile 1918.
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