Page 327 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
P. 327
Workshop giovani ricercatori 327
di Guerra. Nel 1910, dunque, Giulio Douhet si inserisce di diritto all’interno del
neonato dibattito sui possibili impieghi militari dell’aeronautica, con i primi stu-
di ed articoli che tracceranno da subito un profondo segno nell’evoluzione della
dottrina del potere aereo.
Egli fu il primo a percepire pienamente le prospettive che si aprivano con la
conquista della terza dimensione ed il primo ad intravedere l’inizio di una sorta di
competizione con il potere marittimo, che fino ad allora si era confrontato unica-
mente con il potere terrestre, primeggiando grazie all’evoluzione tecnologica dei
mezzi navali.
Questa serie di articoli del 1910-1911, possono sicuramente essere considerati
come una pietra miliare, un riferimento temporale certo per tracciare una prima
linea di separazione tra il periodo pionieristico e l’avvio della fase successiva, che
porterà il mezzo aereo a diventare uno dei principali protagonisti della Seconda
Guerra Mondiale. Ma nel 1910, Giulio Douhet è sostanzialmente il solo a pensar-
la in questo modo, soprattutto in Italia. Per i più, l’aereo ancora non prevale sul
dirigibile e, di conseguenza, il potere aereo non viene neppure immaginato poten-
zialmente in competizione con il potere marittimo ed il potere terrestre.
In più, l’assenza di una lunga tradizione alle spalle e, quindi, di una rilevante
esperienza vissuta nel campo aeronautico, pesano fortemente ed impediranno per
lungo tempo un’analisi geopolitica e geostrategica sull’impatto che il potere aereo
sta per provocare.
Indiscutibilmente, comunque, le valutazioni di carattere strategico formulate
da Giulio Douhet fin dal 1910, che vedono nell’aereo una capacità operativa in
grado di andare ben oltre il semplice ruolo di supporto diretto alle forze di super-
ficie, confermano la sua indiscutibile e sottovalutata visione del futuro.
La guerra italo-turca combattuta in Libia (allora Tripolitania e Cirenaica) è
passata alla storia anche per l’esordio bellico dell’aeroplano. Al primo volo di
guerra condotto dal Capitano Piazza il 23 ottobre del 1911 (un volo di ricognizio-
ne ordinato per impellenti esigenze operative), seguì a pochi giorni, il 1 novembre
1911, il bombardamento aereo su Ain Zara e sull’Oasi di Tagiura, il primo della
storia, ad opera del Tenente Gavotti.
L’impiego dell’aeroplano in un conflitto bellico appariva, in quel momento, un
passo come minimo azzardato, a maggior ragione perché compiuto dall’Italia, di
certo non annoverabile fra le nazioni meglio attrezzate nel settore e neppure fra le
più convinte sul piano dottrinale. Oltretutto, anche lo scenario operativo appariva,
in prima analisi, poco indicato per un impiego militare dell’aeroplano. All’epoca,
infatti, l’Italia non disponeva di aeroplani fabbricati in Patria in quanto, simil-
mente a quanto accadeva in altri Paesi, si dedicava solamente alla costruzione di
dirigibili e aerostati.
L’Inghilterra e la Francia, al contrario, essendosi posti seriamente il problema
di come contrastare la minaccia dei dirigibili tedeschi Zeppelin, su cui confluiva-