Page 332 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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332 la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
significativi avendo, la guerra, acquisito definitivamente quel carattere di statici-
tà incomprensibile per Douhet. Il terzo ed ultimo filone arriva fino al marzo del
1915, quando, con l’articolo del 26, si chiude la collaborazione di Douhet con «La
Gazzetta del Popolo»: una chiusura improvvisa, senza spiegazioni né da parte di
Douhet, né da parte della redazione del quotidiano.
Come abbiamo visto in precedenza, sin dal primo articolo Douhet ci immette
direttamente nelle vicende di quella che egli definisce con lungimiranza apprezza-
bile una “Guerra moderna”, ma non tanto nel senso dell’evoluzione tecnologica,
quanto piuttosto nella percezione diversa che egli ebbe sin da subito di questa
guerra: «Dietro ad ogni esercito che combatte vi è tutto un popolo. [...] Oggi le na-
zioni non affidano più le loro sorti ad un esercito, battuto il quale la Nazione è bat-
tuta. Più vasta e più complessa è la lotta, lotta di nazioni più che di eserciti. [...]».
Lo scenario che si apre di fronte all’osservatore è chiaro e sintetico: quasi si
trovasse ad un tavolo da gioco a spiegare le regole di un intrattenimento di tipo
guerresco, Douhet chiarisce ai lettori la situazione dei primi giorni di guerra: « La
Germania e l’Austria si trovano in mezzo, tra la Russia e la Francia. La Russia im-
piega molto più tempo della Francia ad organizzare le proprie forze, la Germania
è pronta, l’Austria quasi. Nasce spontanea l’idea di avvalersi di tale situazione: di
battere colla Germania la Francia, tanto più che Parigi è vicina alla frontiera, trat-
tenere intanto la Russia coll’Austria e quindi gettarsi Germania ed Austria contro
la Russia».
Il linguaggio è immediato, diretto, comprensibile. Il tutto, tenuto presente che
Douhet si cimentò nell’arduo compito di illustrare al pubblico l’andamento di un
conflitto complesso potendo contare solo su un quadro informativo di seconda
mano, che comprendeva i maggiori periodici italiani e francesi, oltre ai comunica-
ti ufficiali degli eserciti dei paesi belligeranti.
Nel secondo articolo dell’11 agosto del 1914, Douhet vorrebbe sbilanciarsi,
dando un’idea di quale potrebbe essere lo scenario finale del conflitto; nell’ar-
ticolo intitolato “Chi Vincerà”, tuttavia, ammette di non poterlo fare, tornando
a definire la presente guerra come lotta fra nazioni più che fra eserciti: «In una
tale lotta, non è una vittoria a determinare l’esito del conflitto quanto la forza di
resistenza delle nazioni. L’esito di una battaglia è incerto in quanto dipendente da
una somma di fattori imponderabili, da un’idea di genio, dall’iniziativa di un co-
mandante in sottordine, da una vicissitudine atmosferica. Fortunatamente, la sorte
di una nazione non può invece dipendere dal caso».
Non si possono, quindi, trarre conclusioni sulla guerra. Contro gli eserciti au-
stro-tedeschi non sono gli eserciti franco-russi: contro Austria e Germania sono
Francia, Russia, Inghilterra e Belgio e la differenza è enorme.
Douhet passa a descrivere con minuzia di particolari chi sono, dunque, gli atto-
ri della tragedia. «Da un lato Francia, Russia ed Inghilterra; dall’altra, Germania e
Austria. La Francia: latina, con tutti i pregi e i difetti di un popolo latino, geniale,