Page 443 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
P. 443
Atti del Congresso internAzionAle 443
accantonato i piani, ma se avesse deli-
berato di combattere al fianco di Parigi
e non vi fossero stati progetti militari
tale decisione avrebbe trovato ostacoli
ad una rapida attuazione.
Due esperti della Storia diploma-
tica di quel periodo, Italo Garzia e
Luca Riccardi hanno ricordato che
l’Italia aveva pieno diritto di dichia-
rare la sua neutralità nell’agosto 1914
poiché quella guerra non rientrava nel
casus foederis della Triplice Alleanza.
In un’ottica di realismo politico non
dovrebbe scandalizzare che poi l’Ita-
lia, valutati i suoi interessi nazionali,
decidesse di entrare in guerra contro
i suoi alleati dell’ultimo trentennio.
La politica estera italiana si era crea-
18
ta una reputazione di inaffidabilità a
Marchese Guglielmo Imperiali
seguito degli accordi Prinetti-Barrère di Francavilla, R. Ambasciatore d’Italia
del 1902. La lettera di tali accordi non a Londra
contraddiceva gli impegni della Tripli-
ce Alleanza, ma certo la sostanza creava un’impressione di ambiguità, della quale
lo stesso governo di Roma era consapevole, tanto da chiedere di post-datarli. Sot-
toscritti in realtà il 10 luglio, furono infatti ufficialmente datati 1° novembre, per
non farli coincidere troppo con il rinnovo della Triplice Alleanza, avvenuto il 30
giugno. Fu un caso del tutto simile al trattato di contro-assicurazione sottoscritto
da Bismarck il 18 giugno 1887 con l’Impero russo, non formalmente in contrad-
dizione con la Triplice Alleanza, ma certo difficilmente compatibile con il suo
significato di fondo.
Hans J. Morgenthau, noto politologo internazionalista, ha scritto che la politica
estera dell’Italia ha talvolta ottenuto «solo la condanna morale, e non il rispetto,
che politiche del tutto simili avevano comportato alla Gran Bretagna» , unica-
19
18 L’Italia fu oggetto di commenti più o meno irritati del Cancelliere tedesco Bernhard von Bülow:
«Bisogna bene che l’Italia si decida presto a scegliere tra il matrimonio e il concubinaggio» e
«in un matrimonio fortunato il marito non deve andare sulle furie se una volta tanto sua moglie
fa un innocente giro di valzer con un altro ballerino. L’essenziale è che essa non si lasci rapire,
e tornerà a lui se vedrà che con lui ha miglior sorte» (cit. in O. Barié, Appunti di Storia delle
relazioni e delle istituzioni internazionali, CELUC, Milano 1972, p. 78).
19 H. J. Morgenthau, Politica tra le nazioni: la lotta per il potere e la pace, il Mulino, Bologna 1997,
p. 298.

