Page 62 - Atti 2014 - La neutralità 1914-1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana
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62         la neutralità 1914 - 1915. la situazione diplomatica socio-politica economica e militare italiana



             Ascesa e declino di un’«alleanza totale»
                Siglata negli anni del quarto governo Depretis (1881-1883) e sostenuta con
             forza, dopo la morte del politico lombardo (1887), dal suo successore, il siciliano
             Francesco Crispi (Presidente del Consiglio dal 1887 al 1896, salva la parentesi del
             1892-1893), la Triplice nasce come una scelta obbligata di fronte alla situazione
             in cui il Regno si era venuto a trovare. Con Londra chiusa nel guscio dello “splen-
             dido isolamento”, l’allineamento con la Francia del Secondo Impero (1852-1870),
             che aveva sostenuto la strategia dell’unificazione “regia e sabauda”, aveva iniziato
             presto a logorarsi. Le cose non erano migliorate negli anni della Terza Repubblica
             (1870-1940), quando le tensioni innescate dalla politica «delle mani nette» del
             delegato italiano al Congresso di Berlino (13 giugno-13 luglio 1878), il Ministro
             degli Esteri, Luigi Corti, erano sfociate nella crisi successiva alla firma del trat-
             tato franco-tunisino del Bardo (12 maggio 1881). Con il trascorrere degli anni,
             tuttavia, la Triplice aveva finito con il trasformarsi, da strumento di portata tutto
             sommato limitata, nel vero e proprio perno dell’azione internazionale del Regno
             d’Italia, contribuendo, pur nell’alternanza dei governi, a strutturarne le scelte non
             solo sullo scacchiere europeo. Com’è stato osservato, la classe politica italiana
             era giunta a pensare alla Triplice come a una «alleanza totale, cioè valida come
             strumento di politica attiva anche nei settori non previsti dall’alleanza [stessa],
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             come l’Africa orientale» . In questo senso, l’abbandono della direttrice adriatica
             negli anni della premiership crispina e l’avvio dell’espansione nel Mar Rosso e
             nel Mediterraneo rappresentano, in buona misura, un prodotto della Triplice e dei
             vincoli che essa imponeva alle scelte del Paese e delle sue élite.
                La fine della centralità triplicista è il prodotto congiunto dell’evoluzione della
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             politica italiana seguita al collasso del sistema crispino  e delle trasformazioni in-
             ternazionali innescate, dopo il 1890, dallo sgretolamento di quello bismarckiano;
             in tale ambito, si pensi soprattutto alla divaricazione fra le posizioni della Russia
             e quelle del Secondo Reich in seguito al mancato rinnovo del trattato di contro-
             assicurazione (1887), che garantiva alle due Potenze la sicurezza della reciproca
             neutralità in caso di conflitto che vedesse una della coinvolta. La cittadinanza
             politica riacquistata da un irredentismo sempre più aggressivo e saldato alle riven-



             3   E. Serra, L’Italia e le grandi alleanze nel tempo dell’imperialismo. Saggio di tecnica diplomati-
                 ca 1870-1915, Milano, 1990, p. 73 (corsivo nel testo). Per la storia della Triplice, il riferimento
                 obbligato è L. Salvatorelli, la triplice alleanza. Storia diplomatica. 1877-1912, Milano,
                 1939.
             4   Su Crispi e il sistema crispino cfr. C. Duggan, Creare la Nazione. Vita di Francesco Crispi, trad.
                 it., Roma-Bari, 2000; sugli aspetti politici cfr. anche D. Adorni, Francesco Crispi: un progetto
                 di governo, Firenze, 1999; sul crollo del sistema crispino e le sue implicazioni sulla politica
                 italiana cfr. G. Astuto, “Io sono Crispi”. Adua, 1° marzo 1896: governo forte. Fallimento di un
                 progetto, Bologna, 2005.
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