Page 11 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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ATTI DEL CONGRESSO 11
Intervento del Capo di Stato Maggiore della Difesa
Gen. Claudio Graziano
ingrazio il Signor Ministro PINOTTI per il suo
R messaggio, saluto i militari intervenuti e porgo, a
nome delle Forze Armate italiane e mio personale, il più
caloroso benvenuto a quanti – autorità civili, professori,
studenti, operatori del mondo dell’informazione e appas-
sionati – hanno oggi accolto l’invito dell’Ufficio Storico
dello Stato Maggiore della Difesa al nostro Congresso
annuale di Studi Storici Militari.
Al Generale DEL CASALE, l’amico Massimiliano, e
allo staff del Centro Alti Studi Difesa - polo d’eccellenza
della formazione militare e della ricerca – va il mio ringra-
ziamento per l’ospitalità offerta al Congresso.
Un consueto appuntamento per questo peculiare set-
tore, che si consolida ogni anno con un’adesione sempre più significativa, in termini
di presenze e di interesse.
Il tema di cui si discuterà nei prossimi due giorni – inquadrato tra le progettualità
del programma pluriennale di commemorazione del centenario della Grande Guerra
– si propone di approfondire, sotto il profilo storico-scientifico, l’importante ruolo
delle donne in quel conflitto.
Nella consapevolezza che le donne furono attrici fondamentali della Prima Guer-
ra mondiale – tanto quanto i militari che lottarono sui diversi fronti terrestri, marit-
timi e aerei – è altrettanto importante riconoscere come questo conflitto avrebbe
influito nell’accelerare il processo per la loro piena integrazione e per l’affermazione
del loro ruolo cruciale all’interno della società.
La Difesa vuole quindi dedicare a questo tema un Congresso che sappia rappre-
sentare non solo un riconoscimento ai grandi valori dell’universo femminile ma anche
essere un momento di studio in grado di coinvolgere i nostri giovani.
Un evento di ampio respiro e a connotazione internazionale che, grazie allo sfor-
zo sinergico con il mondo accademico e degli studiosi, propone un’analisi capace di
andare oltre la sfera prettamente militare, investendo anche ambiti sociali e culturali.
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