Page 18 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE                                       18


          lecita ancora emozioni, facendo smarrire il senso della storia che sembra essere stata
          sostituita da grandi principi astratti che è impossibile non condividere.
             Noi oggi sappiamo che le prospettive palingenetiche e gli ideali patriottici di allora
          hanno portato ad approdi totalmente differenti da quelli auspicati. Siamo consapevoli
          che la Prima Guerra Mondiale non è stata la guerra delle democrazie contro gli Imperi,
          che avrebbe portato alla fine di tutte le guerre, ma è stata il suicidio dell’Europa e l’inizio
          di un secolo di lutti e totalitarismi. Non possiamo però accusare gli intellettuali, i patrio-
          ti, i volontari di allora, di approdi che non potevano prevedere. Non possiamo ignorare
          quello che la guerra rappresentava, allora, per i contemporanei, non possiamo ignorare
          i sentimenti patriottici vissuti allora, sottolineando soltanto l’orrore dal quale non pos-
          siamo non prendere le distanze. Dobbiamo invece essere consapevoli che quella guerra
          ha cambiato radicalmente il corso della storia europea e mondiale.

          II

             Una guerra può essere studiata sotto molti aspetti e la variabile donna è forse la
          più nuova. Troppo a lungo si è parlato di una presunta totale estraneità delle donne al
          mondo militare e alle guerre; e solo poche studiose si sono interrogate sulla presenza
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          femminile nelle vicende belliche, non come vittime, ma come protagoniste .
             Facendo propria la convinzione di un’estraneità delle donne al conflitto, una parte
          della storiografia ha analizzato prevalentemente gli episodi di ostilità alla guerra da
          parte di popolane, operaie e contadine o qualche iniziativa isolata di donne dei ceti
          abbienti e di élites femminili intellettuali.
             La realtà è molto più complessa e molto più frammentata e sta finalmente riemer-
          gendo dall’oblio.
             In più occasioni contadine, operaie e popolane, totalmente estranee alle grandi
          questioni ideali e agli scopi dell’intervento, hanno cercato di impedire le partenze dei
          soldati per il fronte e negli anni successivi hanno organizzato manifestazioni contro



          2   Segnalo alcuni testi senza nessuna pretesa di completezza: S. Soldani, Donne senza pace: esperienze di
             lavoro, di lotta, di vita tra guerra e dopoguerra 1915-1920, il Mulino 1991; B. Curli, Italiane al lavoro (1914-
             1920), Marsilio, 1998; E. Schiavon, Interventiste nella Grande Guerra. Assistenza, propaganda, lotta per i
             diritti a Milano e in Italia. 1911-1919, Le Monnier 2014; A. Molinari, Donne e ruoli femminili nell’Italia
             della Grande Guerra, Selene, 2008; Una patria per le donne. La mobilitazione femminile nella Grande Guerra,
             il Mulino 2014; F. Battistelli (a cura di), Donne e Forze armate, Franco Angeli 1997; F. Taricone, Donne e
             guerra. Dire, fare, subire, Elsa Di Mambro editore, 2009; B. Allison Scardino, Women and the Great War:
             femininity under fire in Italy, Palgrave MacMillan 2010. L’autrice americana ritiene però, a torto, che il
             nazionalismo delle italiane nasca solo con la prima guerra mondiale.







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