Page 61 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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          aveva represso moti in alcuni stabilimenti metallurgici di Zurigo, mettendo fine ad
          un movimento iniziato dopo Caporetto e in contemporanea alla presa del potere dei
          massimalisti in Russia. La loro propaganda invitava alla pace rifacendosi ai principi
          del pacifismo rivoluzionario, ma la Steno minimizzava i loro tentativi considerandoli
          innocui, nostalgici e soprattutto mancanti del senso della giustizia. Sin da subito la
          giornalista condannò il bolscevismo e le azioni ad esso collegate attuate con metodi
          rivoluzionari portatori di violenza.
             La sua posizione contraria alla neutralità e l’antipacifismo era espressa ne Il Germa-
          nesino senza maschera del ’17 e Guerra di popolo dello stesso anno. Le cause che avevano
          determinato la guerra risalivano in primis al voltafaccia della Germania che aveva
          intrapreso pericolose manovre prendendo alla sprovvista anche gli alleati. La prima
          azione criminosa era stata l’invasione del Belgio avvalendosi della forza, di un sistema
          basato sullo sterminio degli indifesi, sul massacro delle donne, dei fanciulli, degli an-
          ziani; inoltre aveva attuato una vera e propria opera di spionaggio accompagnata alla
          penetrazione commerciale.
             Su questo ultimo punto la scrittrice si soffermava a lungo; per spiegare come i
          tedeschi, popolo verso cui gli italiani avevano sempre rivolto parole di apprezzamento
          e di ammirazione, avevano organizzato con metodo “l’assassinio della vita economi-
                                                                  35
          ca di tutte le nazioni per asservirle all’economia germanica” . Un’economia fonda-
          mentalmente sorretta da un’industria pesante diretta ad una produzione di guerra,
          organizzata in kartel, un’istituzione federale che comprendeva varie imprese private
          del diritto di vendere liberamente il loro prodotto ma dipendenti da un sindacato che
          stabiliva i prezzi, i luoghi e le quantità da commerciare. La politica dei prezzi attuata
          dal kartel era il dumping, la compressione del prezzo, in modo da vincere la concorren-
          za sul mercato. A questo proposito l’Italia era diventata il luogo sperimentale per la
          messa in pratica di questi “illegittimi sistemi di concorrenza”.
             Sin dal febbraio del 1919, la Steno riversava la sua attenzione sulla situazione del
          dopoguerra in Germania attingendo ad alcune fonti giornalistiche come il “Frankfur-
          ter Zeitung”. Il quadro che emergeva era composto da due Germanie: la Germania
          delle strade e delle piazze dove aveva luogo la rivoluzione autentica condotta dagli
          spartachiani, strettamente collegati ai bolscevichi russi; i leader di questo sconvol-
          gimento sociale erano Karl Liebknecht, Rosa Luxemburg, Clara Zetkin, ma in Ger-
          mania vi era anche chi tramava la controrivoluzione preparata dai reduci dell’antico



          35   Ariel, Il germanesimo senza maschera, Milano 1917, pp.1-6.







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