Page 65 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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          Impiegate, operaie, contadine



          Prof.ssa Alessandra Staderini 1




                urante la prima guerra mondiale, come è noto, l’intera società fu chiamata a
          D contribuire allo sforzo bellico. Tutte le risorse dovevano andare all’esercito
          combattente e tutti dovevano contribuire. E così anche le donne, in varie forme,
          contadine, operaie, impiegate, tranviere, postine, furono coinvolte direttamente o in-
          direttamente nell’economia di guerra.
             Le donne, si sa, hanno sempre faticato e lavorato, ma quello che avviene durante il
          conflitto è qualitativamente e quantitativamente nuovo. Le donne entrarono in massa
          in fabbrica e lavorarono nei campi, sostituendo gli uomini richiamati al fronte; nelle
          grandi città prestarono la loro opera come segretarie o telefoniste nei tanti istituti nati
          per la guerra, ma anche con lavori nelle strade o impegnate nei trasporti come fatto-
          rine e addirittura tranviere!
             Fornire un quadro generale dell’apporto femminile non è però semplice; non
          perché manchino le fonti: già i contemporanei si resero conto della novità rappre-
          sentata dal coinvolgimento delle donne nel processo produttivo e lo studiarono,
          con statistiche e indagini di casi particolari. Negli ultimi decenni, inoltre, sulla scia
          della ripresa di interesse per la guerra mondiale, anche l’apporto del lavoro fem-
          minile è stato approfondito, ma è stato soprattutto grazie alla nuova storiografia
          femminista che molto è stato fatto. È impossibile citare in questa sede i tanti lavori
          sull’argomento; basta per tutti rinviare al libro del 1998 ma sempre utile di Barbara
          Curli Italiane al lavoro  che, oltre a utilissimi riferimenti bibliografici, fornisce un
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          quadro comparativo con quanto avvenuto negli altri paesi belligeranti per l’occupa-
          zione femminile.
             La difficoltà di fornire un quadro generale non è quindi un problema di vuo-
          to storiografico, ma dipende dalla enorme diversità di situazioni da studiare. Ad
          esempio, al centro-nord, nei molti stabilimenti ausiliari che producevano per la
          guerra, era massicciamente presente mano d’opera femminile, ma al sud le fabbri-
          che erano quasi assenti; per le campagne, le differenze sono ancora più significa-
          tive: cosa univa le contadine del centro nord, legate alla terra da contratti di mez-

          1  Professore associato di Storia Contemporanea Università di Firenze.
          2  Curli B., Italiane al lavoro.1914-1920, Venezia, Marsilio, 1998.







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