Page 68 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 68
Dalla primavera del 1916, le donne nelle campagne furono protagoniste anche di
agitazioni, delle quali la stampa naturalmente non parlava, ma oggi conosciute attra-
verso le ricche fonti di archivio, studiate ormai molti anni fa da Giovanna Procacci .
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Non è possibile entrare nei motivi della protesta, del resto immaginabili, (invocazione
della pace e del ritorno degli uomini, manifestazioni collettive contro le requisizioni
eccessive e richiesta di aiuto materiale), ma tutte le fonti sono concordi nel valutare
che le agitazioni nelle campagne sono le sole nel corso della guerra nelle quali è pre-
sente quasi esclusivamente l’elemento femminile.
Vale la pena accennare ad un problema che riguarda le donne delle campagne,
importante dal punto di vista psicologico e della storia del costume. Come è noto,
lo Stato erogava alle famiglie dei combattenti dei sussidi, distribuiti dai sindaci dei
comuni in base alle liste delle famiglie dei richiamati. Questo sussidio, secondo la
legge, privilegiava, per piccoli importi, proprio le mogli dei combattenti e così per
molte donne questo aiuto statale rappresentò una novità. Era la prima volta che lo
Stato riconosceva una personalità specifica alla donna, come moglie, ma questa forma
di “welfare” sia pure minimo , non fu accolto bene da tutti; soprattutto nelle zone a
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mezzadria, dove vigeva un sistema patriarcale e l’anziano capofamiglia decideva per
tutti, il sussidio statale, prima occasione di disporre di un piccolo, piccolissimo emo-
lumento dato in modo “gratuito”e spendibile fuori dal controllo familiare, provocò
anche delle polemiche nei contemporanei.
Le donne non subirono però solo le critiche degli anziani sul modo in cui veniva
speso questo minimo aiuto; lo stesso Serpieri, che ne scriveva più di dieci anni dopo,
sottolineava preoccupato le conseguenze che l’uso di questo denaro poteva avere
avuto nel cambiamento delle “sane” abitudine delle donne contadine! «I sussidi, -
scriveva infatti Serpieri nel 1930 - corrisposti non al capofamiglia ma ai singoli aventi
diritto, alimentarono talora tendenze di disgregazione dell’unità economica familiare
e, specialmente nelle giovani donne goffe consuetudini, prima ignote, di imitazione
della classe borghese, nel modo di vestire» . Al maggior lavoro che si chiedeva alle
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della nuova Italia:Documenti del contributo femminile alla guerra (maggio 1915- maggio 1917), Milano, Quin-
tieri, 1917, p. 25.
7 Le sue ricerche furono pubblicate in un saggio del 1991, La protesta delle donne nelle campagne, ora in
G. Procacci, Dalla rassegnazione alla rivolta. Mentalità e comportamenti popolari nella grande guerra, Roma,
Bulzoni, 1999, pp. 206-250.
8 Sull’interessante politica di welfare messo in atto durante la guerra mondiale si è soffermata Gio-
vanna Procacci in Warfare-welfare. Intervento dello Stato e diritti dei cittadini, Roma, Carocci, 2013.
9 La guerra e le classi rurali, cit. p 56.
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