Page 73 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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          vare un impiego retribuito diede però in qualche caso origine ad un fenomeno interes-
          sante: il “moralismo patriottico”, come lo ha definito Barbara Curli , cioè l’astio che
                                                                        18
          un mondo di acceso interventismo riversò sulle donne per il supposto cambiamento
          negli stili di vita, dimostrato dai nuovi consumi “voluttuari”, permessi alle donne dalla
          disponibilità di uno stipendio. Ci si indignava quindi per la “ostentazione”, del “lusso
          femminile”, come lo definirono allora alcuni contemporanei benpensanti, che consi-
          deravano i nuovi consumi delle donne quasi un’offesa ai sacrifici dei combattenti; una
          certa stampa radicale, della quale la studiosa cita molti esempi, arrivò ad accumunare
          le “mancanze” di patriottismo di cui erano accusate le impiegate al comportamento
          di quelli che venivano definiti “imboscati”!
             Sempre per le donne in ambiente urbano, come dimenticare le postine  e soprat-
                                                                              19
          tutto le tranviere, studiate da Grazia Pagnotta , prima solo bigliettaie e poi, a Roma
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          e Firenze, anche manovratrici e conducenti di tram; spesso queste donne erano an-
          che oggetto di scherno e di insulti pesanti da parte di bande di ragazzi. Fiere però
          del loro nuovo lavoro, queste donne rispondevano alle offese con lettere risentite ai
          giornali: nel 1916 a Roma ad esempio un gruppo di fattorine della Società che gestiva
          il servizio dei tram, bersagliate in centro da canzoni oscene (sembra diffuse anche
          dal famoso Sor Capanna nei suoi foglietti), reagiva con coraggio, così scrivendo il 22
          maggio al “Messaggero”:
             «Facciamo notare che in 240 fattorine sono comprese madri di famiglia, ragazze
          oneste, mogli, sorelle, figlie di richiamati e se poi vi è anche qualcuna che lascia a de-
          siderare, come avviene in tutte le classi, non per questo dobbiamo essere considerate
          tutte alla stessa maniera e trattate in malo modo a cominciare dai ragazzacci che si
          avvicinano ai tram a cantare al nostro indirizzo una nuova ed oscena canzone».
             Per gli insulti alle postine, colpite a volte da vere e proprie aggressioni, nel gennaio
          1918 scese in loro difesa a Roma la Lega patriottica femminile che arrivò addirittura
          a promettere un premio, ben venti lire, agli agenti che avessero arrestato un colpevole
          di questi fatti, naturalmente dopo l’eventuale condanna .
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             Anche le ferrovie ricorsero a personale femminile, come bigliettaie soprattutto,
          con enormi conseguenze, anche in questo caso, dell’esperienza di vivere per lunghe


          18  Curli B., Italiane al lavoro, cit., pp. 285-290.
          19  Savelli L.. Autonomia e dignità del lavoro. Le postelegrafoniche, Ghezzano (Pi), Felici, 2012.
          20  Pagnotta G., Dentro Roma. Storia del trasporto pubblico nella capitale (1900-1945), Roma, Donzelli, 2012,
             e Tranviere romane nelle due guerre, Roma, Etac, 2001.
          21   “Popolo d’Italia”, Ed romanam 19 gennaio 1918.







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