Page 74 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE 74
ore fuori dall’ambiente familiare.
Così scriveva nel 1919 Giuseppe Prato, a proposito della novità rappresentata dal
lavoro femminile durante la guerra :
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«Milioni di donne, avvezze a percepire salari di fame in confronto a quelli degli
uomini, si sono d’un tratto accorte che l’opera loro, divenuto disputato oggetto di do-
manda crescente, subiva un apprezzamento rapidamente progressivo. Venuta meno a
moltissime di esse la direzione familiare del marito, del padre, del fratello assente, do-
vettero affrontare e risolvere da sole per sé e per gli altri, con senso di responsabilità e
di libera iniziativa, problemi preoccupanti ed inconsueti. Una rivoluzione psicologica,
anche meglio che uno squilibrio economico, dovette di necessità conseguirne che il
ripristino delle condizioni normali tende ad acuire piuttosto che attenuare».
Proprio questo brano scritto al termine del conflitto invita a ragionare non solo
sugli aspetti economi del massiccio aumento dell’occupazione femminile durante la
guerra, ma anche sulle conseguenze psicologiche di lungo periodo. Come considerare
il maggior carico di fatica ma anche di responsabilità, di una donna lasciata sola dal
marito richiamato, una donna che doveva mantenere saldo, non solo dal punto di
vista economico, il nucleo familiare? Anche questo compito si può definire lavoro?
Direi di sì, ma nessuna statistica ne chiarirà mai completamente l’entità, le caratteristi-
che e soprattutto le conseguenze sull’equilibrio familiare, al ritorno della “normalità”
dopo l’eccezionalità del tempo di guerra.
22 Il lavoro della donna, Torino, s.d.,( ma febbraio 1919) cit in G. Procacci, Dalla rassegnazione alla rivolta
cit. p 207.
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