Page 77 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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ganda di guerra delle élite. Il “silenzio” delle “opere” al “clamore” del nazionalismo
autoritario e xenofobo. Già nel 1916, l’associazionismo femminile che sostiene
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la guerra (Consiglio nazionale delle donne italiana, Pro Suffragio, Associazione La
Donna) instaura una stretta collaborazione con il Comitato nazionale femminile
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interventista antitedesco” , un’associazione che esaltava in termini razziali la supe-
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riorità della civiltà latina su quella tedesca e chiedeva un inasprimento delle misure
repressive contro “nemici interni”, cittadini dei paesi nemici che vivevano in Italia
e “disfattisti” (socialisti, cattolici, ecc).
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Nella mobilitazione vi fu la “voce” di poche élite e le opere di molte donne “co-
muni”. L’impegno femminile all’assistenza civile fu di vaste proporzione e svolse fun-
zioni anche di maggior rilievo di quello maschile. Furono migliaia le donne coinvolte
in pratiche di assistenza. Basti dire che, in una sola associazione, l’Ufficio Notizie alle
famiglie dei militari di terra e di mare , erano più di venticinquemila le volontarie che
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si occupavano di raccogliere informazioni sui combattenti morti e dispersi.
È in una sola figura, quella della crocerossina, che è stata assimilata in ambito
storiografico, l’assistenza femminile di guerra. Il volontariato infermieristico era un
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10 Guidi L., Un nazionalismo declinato al femminile, cit.; Emma Schiavon, Interventiste, cit.
11 Molinari A., Una patria per le donne, cit., pp. 90 – 102.
12 L’associazione era la sezione femminile della “Lega Antitedesca”. La Lega era stata fondata nel
1915, da Luigi Maria Bossi, medico ginecologo, docente dell’Università di Genova, uomo politico
di formazione repubblicana, passato poi al partito socialista. . Cenni all’attività della Lega in: Angelo
Ventrone, La seduzione totalitaria. Guerra, modernità e violenza politica (1914 – 1918), Roma, Donzelli,
2003; Il nemico interno. Immagini, parole e simbolo della lotta politica in Italia nel Novecento, Roma, Donzelli,
2005. Sulla figura di Luigi Maria Bossi, Augusta Molinari, Medicina e sanità a Genova nel primo Novecento,
Milano, Selene Ed, 1996.
13 Sulla storia dell’Unione Femminile Nazionale: Annarita Buttafuoco, Le Mariuccine. Storia di un’isti-
tuzione laica. L’Asilo Mariuccia, Milano, FrancoAngeli, 1988; Cronache femminili. Temi e momenti della
stampa emancipazionista in Italia dall’Unità al fascismo, Dipartimento di studi storico-sociali e filosofici
dell’Università di Siena, Arezzo, 1988; La filantropia come politica. Esperienze dell’emancipazionismo italiano
del Novecento, in Patronage e reti di relazioni nella storia delle donne, a cura di Lucia Ferrante, Maura Palazzi,
Gianna Pomata, Torino, Rosemberg & Sellier, 1988, pp. 166 – 187.
14 L’Ufficio Notizie fu la più importante associazione femminile di assistenza civile. Qualche infor-
mazione sull’attività di questa associazione durante la guerra in: Augusta Molinari, Donne e ruoli
femminili nella Grande Guerra, cit. Elisa Erioli, L’ Ufficio per notizie alla famiglie dei militari: una grande storia
di volontariato femminile bolognese, in « Bollettino del Museo del Risorgimento di Bologna”, 2005, n. 50;
Lucia Gaudenzi, La Grande Guerra e il fronte interno attraverso le carte dell’ Ufficio per le notizie alle famiglie
dei militari di terra e di mare, in «Storia e futuro. Rivista di storia e storiografia online».
15 Per una decostruzione dello stereotipo femminile della “crocerossina”, vedi: Stefania Bartoloni,
Italiane alla guerra. L’assistenza ai feriti 1915 – 1918, Venezia, Marsilio, 2003.
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