Page 79 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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             L’assistenza femminile rappresenta una risorsa particolarmente importante in si-
          tuazioni dove la guerra ha reso ancora più pesante arretratezza economica e degrado
          sociale. A Napoli, ad esempio, oltre a svolgere le più diffuse attività femminili di assi-
          stenza (tutela dell’infanzia e della maternità, comunicazione di notizie alle famiglie dei
          combattenti, confezione di indumenti di lana), le donne provvedono alla collocazione
          della manodopera femminile nelle industrie e negli uffici, si attivano per far ottenere
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          i sussidi alle famiglie dei soldati.  Ai militari feriti, ricoverati negli ospedali della città,
          non viene dato solo il conforto di qualche dono e di un po’ di compagnia. Si cerca
          anche di migliorare il loro livello di istruzione:
                Per disposizione del R. Provveditorato agli studi i soldati vengono specialmente
                preparati nella scuola per ottenere diplomi delle 6a classe elementare e della 3a
                che servono per l’ammissione nelle scuole agrarie e industriali. Diverse centina-
                ia di soldati feriti hanno frequentato la scuola dal giugno al 31 dicembre 1917.
                Quelli fra essi che hanno potuto fermarsi più a lungo nell’Ospedale ed assistere
                più assiduamente alle lezioni, si sono presentati agli esami, nei quali, in quattro
                sezioni, concesse dal R. Provveditore, sono stati consegnati 93 diplomi .
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             In gran parte del Sud e delle isole gli organismi della mobilitazione (Comitati di
          assistenza civile, Opere Federate di Assistenza e propaganda) ebbero una limitata
          diffusione. Il volontariato femminile rappresentava, spesso, l’unica risorsa disponibile
          per famiglie che la guerra aveva ridotto in condizioni di indigenza. A Palermo, il co-
          mitato di assistenza sorto per iniziativa di un’associazione del femminismo liberale,
          Alleanza Femminile,  assiste, nei primi mesi di guerra, circa tremila bambini: «Al 31
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          luglio 1915, l’associazione aveva già collocato in 19 istituti diversi 1331 bambini, al
          31 agosto erano questi erano saliti a 2097 sparsi in 23 istituti, al 31 ottobre avevano
          superato i tre mila occupando 30 locali diversi» .
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              La guerra suscita un attivismo femminile che spesso nasce in modo autonomo
          dalle organizzazioni della mobilitazione civile e attua forme di assistenza nuove e



          21   Comitato napoletano di assistenza civile dell’Unione tra le donne cattoliche d’Italia, Napoli, 1917, p. 9.
          22   Ibidem.
          23   Su questa associazione: Stefania Bartoloni, L’associazionismo femminile nella prima guerra mondiale e la
             mobilitazione nell’assistenza civile, in Donna Lombarda (1860 – 1945), a cura di Ada Gigli Marchetti,,
             Nanda Torcelan, Milano, FrancoAngeli, 1996, pp. 199 – 216.
          24   Alleanza Femminile Italiana, Comitato di Palermo, Relazione sull’attività svolta dal febbraio 19915 al 31
             dicembre 1916, Palermo, Tip. Calogero Sciarrino, 1917, p. 5.







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