Page 83 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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          mente per gli altri, soprattutto in momenti come questi. Contatemi tra le aderenti». 37
              Diversi furono i livelli di partecipazione alle attività di assistenza. Le “dame visi-
          tatrici,  ad esempio, donne che andavano negli ospedali a portare conforto materiale
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          e morale ai combattenti, non avevano un impegno particolarmente gravoso. Per altre,
          invece, l’assistenza comportava l’assunzione di compiti organizzativi, la capacità di
          gestire risorse, il rapporto con gli organismi della mobilitazione, con la burocrazia
          militare e civile.
              Le donne più presenti e attive nell’assistenza civile sono le insegnanti. Tutte le
          fonti prese in esame lo confermano. Sono maestre e professoresse la maggior parte
          delle volontarie impegnate nei Comitati di assistenza civile. A Milano, ad esempio, è
          una maestra, Linda Malnate, ad organizzare e gestire la sezione del Comitato Centrale
          di assistenza che si occupa dell’infanzia.   La Malnate non è una donna “comune”,
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          è attiva nell’associazionismo socialista e femminista. Ed è questa sua esperienza di
          contatto con i problemi dei ceti popolari che le permette di coordinare uno dei settori
          più rilevanti dell’assistenza civile in un città che, più di altre, diventa la retrovia della
          guerra. Sono però donne “comuni” le migliaia di maestre che prestano assistenza. A
          Catania, la sezione femminile del Comitato di assistenza civile è diretta e gestita da sei
          maestre.  Più delle professoresse, che in genere entrano a far parte a livello istituzio-
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          nale dei comitati della mobilitazione, le maestre rappresentano la maggior parte delle
          volontarie dell’assistenza all’infanzia. Sono, ad esempio, circa cento le maestre che a
          Reggio Emilia, si occupano di assicurare la sopravvivenza a bambini poveri e spesso
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          ammalati.  A Roma, sono le maestre che accudiscono gli orfani di madre accolti nell’
          “Asilo della patria”.  La sezione femminile del Comitato Centrale per la guerra di
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          37   Aderenti alla Lega delle Seminatrici di coraggio, in “La nostra rivista”, 10 ( 1917), p. 6.
          38  Quella della “dama visitatrice” è una attività femminile di assistenza che è sorta nell’ambito delle
             attività di volontariato della Croce Rossa Italiana. Vedi: Stefania Bartoloni, Al capezzale del malato. La
             scuola per la formazione delle infermiere, in Per le strade del mondo. Laiche e religiose fra Otto e Novecento, a cura
             di Stefania Bartoloni, Bologna, Il Mulino, pp. 215-247.
          39  Scaramuzza E., La maestra italiana fra Ottocento e Novecento: una figura esemplare di educatrice socialista: Lin-
             da Malnati, in Cultura, istruzione e socialismo in età giolittiana, a cura di Luigi Rossi, Milano, FrancoAngeli,
             1991, 99 – 119.
          40    L’opera  della  sezione  femminile  del  Comitato  Catanese  di  Preparazione, in «La Nostra Rivista”, 12
             (1917), p 19.
          41   Carolina Isolani, Relazione sulle attività di assistenza svolte dalla Federazione Emiliana del Consiglio Nazionale
             delle Donne Italiane, in «Attività Femminile Sociale», 3 (1916), pp. 237 – 241.
          42   Comitato romano di organizzazione civile, Asilo della Patria, Roma, Tipografia dell’Unione Editrice,
             1918.







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