Page 88 - Le donne nel primo conflitto mondiale - Dalle linee avanzate al fronte interno: La grande guerra delle italiane - Atti 25-26 novembre 2015
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LE DONNE NEL PRIMO CONFLITTO MONDIALE                                       88


             C’è una specificità di genere nel coinvolgimento femminile nella mobilitazione
          che solo attraverso le pratiche di assistenza si può rilevare. Sono le sofferenze provo-
          cate dalla guerra, più di ogni altra motivazione, all’origine della coinvolgimento delle
          donne nel “fronte interno”. La pietas femminile lascia poco spazio di adesione ai valori
          maschili della violenza e del militarismo. Le donne che operano nell’assistenza sono
          quotidianamente a contatto con i ceti subalterni che aspettano la pace. Le esperienze
          nella mobilitazione fanno rientrare a “a casa” donne che portano il “fardello” della
          sofferenza, del lutto, della miseria con cui sono venute a contatto nel corso della
          guerra. Anche se non possiamo saperlo, è possibile supporre si aspettino una pace
          duratura che allontani dalle loro vite altri inutili massacri.

          Un esercito femminile di assistenza

             Nel corso del conflitto l’assistenza assume sempre più il carattere di un’orga-
          nizzazione burocratica e centralizzata di servizi socio-sanitari. Le donne diventano i
          “soldati” dell’assistenza. Ben esemplifica questa condizione del volontario femminile,
          l’organizzazione e l’attività dell’Ufficio Notizie ai familiari dei militari di terra e di
          mare, la più importante associazione femminile di assistenza.
             Fondato, nel settembre 1915, dalla Contessa Lina Bianconcini Cavazza , l’Ufficio
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          Notizie, che ha la sede centrale a Bologna, ha il compito di integrare l’attività del Ser-
          vizio Informazioni delle Intendenze militari. Il ruolo dell’associazione era raccogliere
          notizie dei soldati morti e dispersi e tenere i contatti con le famiglie. Già durante la
          guerra di Libia del 1912 erano emerse le difficoltà da parte delle Intendenze nel co-
          municare informazioni alle famiglie dei militari.  Nel corso della Grande Guerra, la
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          situazione non poté che peggiorare.
             Vi era da parte dello Stato, il timore che l’incertezza sulle sorti dei combattenti
          potesse aumentare l’ostilità dei ceti popolari alla Guerra. L’iniziativa del volontariato
          femminile, fu, perciò, sostenuta dal Ministero della Guerra e da quella della Marina
          attraverso il riconoscimento all’Ufficio notizie di una capacità giuridica (richiedere
          notizie dei combattenti) e con un sostegno finanziario annuale . L’Ufficio Centrale
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          61   Sulla figura della fondatrice dell’Ufficio: Lucia Gaudenzi, La grande guerra e il fronte interno, cit.
          62  Fanciulli G., L’ufficio per le notizie alle famiglie dei militari, Ed. Nuova Antologia, Roma, 1915.
          63   Nel corso della guerra, il sostegno mensile era di 3000 lire al mese. Aumentò nel corso del tempo
             fino a diventare di circa 20.000 lire nei mesi successivi alla “rotta” di Caporetto, ACS, Archivi di
             partiti, sindacati, movimenti, associazioni, Ufficio per le notizie alle famiglie dei militari di terra e di mare
             (1915 – 1919), Corrispondenza della Segreteria, b. 7.







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